“Cose da pazzi” al Teatro Brancaccio di Palermo
“Cose da pazzi” è uno spettacolo che trova il suo scopo tanto nel messaggio che intende trasmettere al pubblico, tanto nella relazione che con esso vuole instaurare, quanto, infine, nella crescita personale e sociale che ha coinvolto e continua a coinvolgere ogni membro del cast e, conseguentemente, il suo contesto. La compagnia vive di una costante prospettiva di integrazione e di uguaglianza, che sboccia nella collaborazione tra persone disabili e non, persone di età, orientamenti, caratteri diversi. La diversità è la prima fonte di dialogo e, dunque, di arricchimento. Lo spettacolo vive di persone pronte a donare qualcosa di profondamente intimo ad altre persone ed è proprio di questa relazione tra attori e pubblico, tra persone appunto, che si vuole fare tesoro.
Portando avanti un’idea di civiltà inclusiva e di cultura accessibile, lo spettacolo amplia la sua utenza attraverso l’accessibilità per il pubblico sordo, garantita da un sistema di sopratitolazione e dall’interpretazione in lingua dei segni italiana (LIS). Uno spettacolo dunque rivolto a tutti, per quanto possibile, che mira ad assottigliare le diseguaglianze ed a valorizzare le differenze. Uno spettacolo a più livelli che parla tanto ai giovani, quanto agli adulti, scegliendo una comunicazione sfaccettata e diretta, delicata e comprensibile.
Il progetto teatrale amatoriale proposto dall’associazione “O. D. V. – Giovani nell’Arte”, ha visto un coinvolgimento attivo da parte dei giovani e mira a risvegliare in essi e nel pubblico di ogni età un rinnovato interesse per il teatro e per la cultura in generale.
Il genere adottato è la tragicommedia, che tratta temi dal denso valore sociale in un’altalena di emozioni suscitate nel pubblico, che sarà coinvolto non solo emotivamente, ma anche attivamente. Il progetto porta avanti vari temi, ma centralmente quello dell’abbattimento dello stigma sociale della malattia psichiatrica.
Attraverso un susseguirsi di scene leggere e fortemente riflessive si offre al pubblico uno spaccato di vita interiore dei vari personaggi, maschere dietro cui può celarsi qualsiasi persona che soffra, al di là dell’eventuale diagnosi.
TRAMA
Luisa, una giovane talentuosa, si risveglia in un luogo sconosciuto che raccoglie le vite, intrecciandole, di pazienti psichiatrici ed infermieri. Dapprima Luisa tenta di rintracciare lo psichiatra, per poter avere chiarimenti sulla sua presenza in quel luogo, ma le ricerche si rivelano vane.
Le uniche figure professionali a cui potersi rivolgere sono i due infermieri: Gemma e Dagoberto. I due non sono poi così diversi dagli altri ospiti. Gemma nasconde l’inferno che vive in casa, ha una sorellina malata di cuore in attesa di un trapianto e Dagoberto, infermiere sordo, fa del bene a suo modo, mescolando comprensione ed incoraggiamento, scherno ed aiuto sincero.
Luisa riesce ad instaurare un dialogo sia con i due infermieri, che con i pazienti, scoprendo le relazioni che li uniscono ed i disagi che li affliggono: un dramma familiare coinvolge Diana, Edoardo e la piccola Aradia; Elia, ragazzo sensibile, vive il suo ritardo cognitivo come un’umiliazione, sentendosi spesso stupido ed inadeguato; Morgana è una ragazza instabile con tendenze autolesioniste ed un inespresso bisogno d’amore.
Luisa sarà l’impulso al cambiamento, un cambiamento che non risparmierà nessuno, nemmeno lei. Il finale imprevedibile pone ognuno davanti ad una valutazione di ciò che è giusto e ciò che non lo è, di ciò che è folle e ciò che è umano, di ciò che ci spaventa e di ciò che siamo.
Regia, soggetto e sceneggiatura: Gaia Vitanza
Luisa: Ariele Duca
Morgana: Caterina Schiera
Berth: Alex Patera
Elia: Alessandro Monti
Gemma: Alessandra Vizzini
Adele: Laila Duca
Ginny: Luna Duca
Edoardo: Settimo Cilluffo
Diana: Laura Musso
Aradia: Marzia Monti
Anna Filizzola
Marco Gebbia
Alice Mancia
Interprete Lis: Antonio Ingrassia
Scenografia: Alessandro Monti, Alex Patera, Alessandra Vizzini
Grafica: Laura Musso
Appuntamento venerdì 1 aprile alle ore 21,30 al Teatro Brancaccio, via San Ciro 15, Palermo
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