L’olio della Pace in Vaticano, sarà il Papa a decidere a chi donarlo
L’Olio della Pace entra in Vaticano. Il CO.FI.OL. (Consorzio della Filiera Olivicola) con l’ex Provincia di Enna e la Premiati Oleifici Barbera ha inviato al Santo Padre mille e 200 bottiglie dell’Olio della Pace.
Si tratta di olio extravergine d’oliva frutto delle 400 varietà di olive, rappresentanti il germoplasma dell’ulivo di tutto il mondo, che sono coltivate nel campo sperimentale di Zagaria, nell’ennese. L’Olio della Pace nasce da un’idea di Manfredi Barbera ed è promosso dal CO.FI.OL. . “La pace non è un sogno, è un impegno”, commenta Manfredi Barbera. Così dopo il debutto a Expo 2015, l’impegno è adesso di mettere a disposizione del Papa quest’olio: “Chi meglio di lui per decidere a chi destinarlo”.
Con l’occasione verrà anche consegnata una lettera da parte del commissario dell’ex provincia di Enna, oggi Libero Consorzio Comunale, per ringraziare in particolare il Santo Padre per l’attenzione che destinerà a questa iniziativa. Il Libero Consorzio Comunale di Enna è la realtà partner del progetto: ha messo a disposizione il suo campo sperimentale internazionale del germoplasma dell’ulivo di Zagaria. “Nel campo di germoplasma dell’ulivo, unica realtà agricola nel Mediterraneo, si trovano fianco a fianco, tra gli altri, gli ulivi di Israele e della Palestina. Da questa simbolica convivenza si potrebbe lanciare un messaggio di unione che sarebbe auspicabile fare giungere ai popoli interessati. – commenta il commissario, Angelo Scaduto – Al di là dell’interesse scientifico a carattere internazionale della realtà olivicola, oggetto di studio di esperti di tutto il mondo, vogliamo ribadire la singolarità del progetto, frutto di impegno perpetrato negli anni dello staff amministrativo di questo ente”.
Anche il presidente del CO.FI.OL., Annamaria Buccellato, ha voluto inviare una lettera al Santo Padre esprimendo la vicinanza del mondo agricolo siciliano.
A sposare l’iniziativa don Pietro Magro, parroco nella Chiesa di sant’Espedito a Palermo. “L’Olio della Pace è un’idea geniale, – commenta entusiasta don Magro – soprattutto in questo periodo di lotte razziali, di diffidenza, di migrazione. L’olio è un alimento che unisce tutti, che fa bene, ma che è anche fortemente simbolico sul piano della fede. Non solo nel Cristianesimo, basti pensare al significato della parola Cristo, ovvero l’unto dal Signore, ma anche nella religione ebraica e islamica. In quest’ultima in particolare l’olio rappresenta l’anima vista nella sua interiorità che si accende con la preghiera a Dio”.
L’Olio della Pace diventa sempre più concretamente simbolo di essa, tanto che questa consegna al Santo Padre vuole essere solo l’inizio di un “viaggio” tra i popoli: “La nostra ambizione è quella di portare l’Olio della Pace anche al Patriarca di Mosca Kirill, al capo Imam della Tunisia e all’israeliano Shimon Peres”, confida Barbera.
Inoltre mercoledì 24 febbraio Don Pietro Magro insieme a Manfredi Barbera e la sua famiglia saranno ricevuti in Vaticano da Papa Francesco al quale verrà donato un cofanetto con i famosi oli “Lorenzo” ed un’altra confezione, in legno di ulivo, contenente l’”Olio della Pace” ed una bottiglia di “Selezione speciale” dedicata a sua Santità.
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