Kyoto, la magia dell’antica capitale giapponese
Se cercate lo splendore dell’impero giapponese, la città che fa per voi si chiama Kyoto. A differenza di tante altre zone, fu quasi del tutto risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. E quindi si trovano qui la maggior parte dei monumenti nipponici davvero «autentici» e non ricostruiti dopo la distruzione. Le guide parlano di 1800 templi presenti nella zona, centinaia di santuari, giardini e monumenti che hanno fatto la storia di una metropoli che è stata capitale per tanti secoli, esattamente dal 794 al 1868. Nella seconda metà dell’800 i libri di storia parlano appunto della chiusura del “periodo Edo”, quello dello splendido isolamento del Giappone. Alla fine di questa fase l’imperatore, spalleggiato dagli occidentali che volevano riprendere i commerci, riprese il potere. E riuscì a soppiantare, con grandi spargimenti di sangue, i samurai e in parte anche le loro tradizioni: se ricordate il film con Tom Cruise la storia è proprio quella.
Per le visite naturalmente c’è l’imbarazzo della scelta. Ecco le attrazioni principali di Kyoto, facilmente raggiungibili anche spostandosi con l’efficiente metro. D’altronde Kyoto è collegata alle altre città giapponesi dallo Shinkansen, il treno superveloce che raggiunge i 300 all’ora.
La prima visita è al tempio buddista Kiyomizu-Dera, immerso in uno splendido parco e costruito in cima a una collina.
È dedicato alla divinità Kannon dalle undici teste.
Custodisce una fonte dalla quale si può prelevare l’acqua con particolari contenitori legati a lunghi bastoni. Bere il prezioso liquido assicura fortuna e longevità…La sala principale è del 1633, tutta la struttura poggia su una palafitta con 139 tronchi. La spettacolare vista domina tutta la città.
Seconda tappa al Tempio Kinkaku-ji, il Padiglione sul lago interamente rivestito al secondo e terzo piano da lamine d’oro: è uno dei simboli dell’intero Giappone. Costruito nel 1397, fu gravemente danneggiato nel 1950 da un incendio, provocato da un monaco squilibrato, e poi ricostruito. All’incidente è dedicato il famoso libro di Yukio Mishima “Kinkaku-ji”. Non si può che rimanere incantati dal panorama anche per il meraviglioso parco che abbraccia la costruzione.
Altra visita di rigore è quella al santuario Heian: è la ricostruzione del 1895 di un santuario del palazzo imperiale appunto del periodo Heian (794-1185 d.C.) e ne riproduce fedelmente anche i colori sgargianti rosso e arancione a cominciare dal colossale Torji, la «porta» d’ingresso. Il complesso include due pagode e diversi edifici decorati con tetti in stile Ming e tegole verdi e blu: è uno dei luoghi dalla mirabile bellezza dove si possono toccare con mano i punti di contatto tra Cina e Giappone. Infine è consigliabile, dal punto di vista del folklore, la sosta al mercato di Nishiki, variopinto e nauseabondo. Se non ve la sentite, fuggite velocemente inseguiti dagli odori di pesce e fritture e abbandonate la galleria coperta degli alimentari. A quel punto vale invece la pena fare una passeggiata per lo shopping negli altri negozi.
Ancora più della Cina, il Giappone rappresenta un enigma per gli occidentali. Lingua, cultura, abitudini, tutto sembra dividerci da un paese che pure è tra i più occidentalizzati dell’Oriente. Retaggi di un lungo passato di splendido isolamento si mescolano con lo «spirito dei samurai» che sopravvive nella dedizione al lavoro e alla propria azienda, tali da ricordare il senso di appartenenza del «civis romanus». Il senso del dovere, il «giri», l’obbligo di non venire meno alle usanze della comunità, domina ancora oggi la maggior parte dei comportamenti. Anche se il male di vivere e la voglia di liberarsi dalle costrizioni sociali dilagano tra le giovani generazioni, anche per via di una crisi economica che influisce anche da queste parti. Proprio per questo, con l’euro forte, una vacanza al Sol Levante oggi è accessibile anche economicamente. Destreggiandosi con un po’ di inglese, tra un «Konichi-ua» e un «Arigato» (buongiorno e grazie), sulle tracce di un grande impero del passato e di oggi.
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