Inedito di Berti su Botticelli nell’ultimo numero della collana “Gli Uffizi. Studi e Ricerche”

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È stato pubblicato il numero 31 della collana “Gli Uffizi. Studi e Ricerche” dal titolo Luciano Berti, Botticelli. Approccio nel nuovo millennio. Si tratta dell’ultimo volume che uscirà sotto la Direzione del museo di Antonio Natali, particolarmente importante perché ospita un testo inedito sull’autore della Primavera scritto da Luciano Berti, scomparso nel 2010, già Direttore degli Uffizi (nonché ideatore della stessa collana editoriale). Edito da Centro Di, il volume sarà presentato mercoledì 28 ottobre 2015, alle ore 17 nella Sala della Carità del Museo Bardini di Firenze (via dei Renai 37), alla presenza del Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, dell’architetto Antonio Godoli e di Carlo Sisi, già Direttore della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

Ha scritto Antonio Natali nella prefazione al testo: “Venuto a conoscenza da Federica Chezzi, collaboratrice stretta di Berti negli ultimi suoi anni, delle pagine da lui scritte su Botticelli (e rimaste inedite), ho subito reputato che la loro pubblicazione in questa collana degli Uffizi (peraltro dallo stesso Berti voluta nel 1984) sarebbe stata la migliore testimonianza del rapporto profondo che lo unì per quasi un ventennio alla Galleria fiorentina. Confesso però d’aver parimenti pensato, conoscendo il mio destino, che avrebbe potuto anche essere un segno della stima e dell’affetto, da me nutrito e tuttora vivo, nei riguardi dell’uomo che ho tenuto a modello in questi miei nove anni alla guida del museo fiorentino”.

“A noi giovani funzionari non ancora trentenni – ha aggiunto Antonio Godoli – ci fu d’esempio nel quotidiano impegno verso l’opera di tutela, fondata sulla sua ampissima e approfondita conoscenza del patrimonio e al tempo stesso aperta e sensibile alle istanze della cultura e della società in via di radicali mutamenti”.

L’inedito su Botticelli

Il testo su Sandro Botticelli, scritto nel 2004 e rimasto inedito, viene ora pubblicato nella stessa collana “Gli Uffizi. Studi e Ricerche” per volontà di Antonio Natali e con il contributo degli eredi Ghisu Berti e dell’Associazione Amici di Casa Buonarroti.

Il testo propone una lunga e gustosa serie di attribuzioni di ritratti all’interno del panorama iconografico rinascimentale e di arguti e colti divertissement, come quando indica in Botticelli un ideale anticipatore di Picasso: “Un soffio gelato sembra provenire dalle retrostanti tenebre del sepolcro (nel Compianto sul Cristo morto del Museo Poldi Pezzoli di Milano), i cui pilastri di ingresso appaiono scossi e dissestati nei loro conci. Botticelli esprime così quanto mai la crisi, anzi il rimorso, del Primo Rinascimento; ma da grande tragico. E, diciamo pure, fino quasi ad anticipare sulla destrutturazione di Picasso ne Les Demoiselles d’Avignon. Però il giovane Pablo compiaciuto nella sua provocatoria esperienza formale, ispirata come risaputo ad un postribolo e a fotografie di donne nere e maschere africane, il vecchio Botticelli invece con del sofferto all’estremo: quelle teste quasi da decapitati e senza aureole, e il gruppo di dolenti accatastato come, dopo un’esecuzione, si può usare ai cadaveri con spregio”

Ma l’inedito di Berti è anche è un’appassionata testimonianza del profondo legame che ha unito Berti alla Galleria per quasi un ventennio (dal 1969 al 1987); e ne mette in luce, con scrittura originale e ricca di espressioni liriche, la fine intelligenza e l’audace capacità critica che travalica la freddezza di un’indagine fondata esclusivamente su prove documentarie e corrette attribuzioni. Il suo è un approccio alle opere non convenzionale e anzi spregiudicato, capace di tener sempre desta e curiosa l’attenzione del lettore.

Il volume è a cura di Federica Chezzi, collaboratrice di Berti negli ultimi suoi anni. A lei si devono anche le note e la ricerca iconografica.

Luciano Berti. Storico dell’arte e museologo.

Il Principe dello Studiolo, gli scritti su Beato Angelico, Masaccio, i quattrocentisti fiorentini e poi Michelangelo, Pontormo, i Manieristi; la fondamentale scoperta dell’opera prima di Masaccio, il Trittico di San Giovenale, e infine i tanti riallestimenti dei musei toscani – da Casa Vasari ad Arezzo al Museo Michelangelo di Caprese, da San Giovanni Valdarno a Palazzo Davanzati – fino ad arrivare alla direzione dei musei fiorentini, come direttore di San Marco, Accademia, Bargello dove compie un’importante ristrutturazione museografica del grande ambiente con le sculture di Michelangelo e quindi come Soprintendente alle Gallerie e direttore della Galleria degli Uffizi (dal 1969 al 1987), mentre in precedenza era stato Soprintendente ai monumenti sia a Pisa, sia a Arezzo.

Laureatosi con lo storico dell’arte Mario Salmi, Luciano Berti (Firenze, 1922-2010) ha sempre affiancato gli studi storico-artistici con quelli a carattere museologico (pionieristico il suo testo Il museo come esperienza sociale, scritto nel 1971 e dedicato al tema “museo e massificazione”). Conseguì la libera docenza all’insegnamento universitario.

I criteri generali ai quali si ispirò per il riordino della Galleria degli Uffizi, furono tracciati da Berti fin dai primi anni: una grande attenzione al ruolo sociale del museo, la creazione (nel 1970) della Sezione Didattica, la volontà di accrescere la collezione della Galleria, anche con il rilancio delle acquisizioni per la Collezioni degli Autoritratti di artisti contemporanei; il tutto in un quadro museologico di revisione critica nei confronti dell’indirizzo purista, che in quegli anni aveva informato l’atmosfera dei musei italiani a un tono di scarna freddezza. La mostra storica sulla Tribuna, prima sala rinnovata agli Uffizi sotto la guida di Berti, rappresentò l’intervento-simbolo della filosofia museale del nuovo direttore. Nel campo della divulgazione scientifica Berti portò un notevole contributo alla Galleria con la realizzazione della collana di volumi dal titolo “Gli Uffizi. Studi e Ricerche”, il cui primo numero fu pubblicato nel 1984 e ai quali si è aggiunta la pubblicazione annuale del Bollettino della Galleria degli Uffizi, serie inaugurata da Antonio Natali, direttore dal 2006. Tra i contributi più significativi apportati da Berti alla Galleria, emerge la stesura del grande Catalogo Generale degli Uffizi del 1979, con la schedatura completa di tutti i dipinti presenti già dall’inventario del 1890.

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