Catania, un mondo da scoprire e la bruschetta di zucchine.
Riceviamo e pubblichiamo
Da quando vivo a Catania, ho capito che la Sicilia non è una regione, ma un piccolo continente. Cambia l’accento e cambiano le parole, primo fra tutti “arancino” e non più” arancina”, come ero abituata a dire per decenni; cambia il nome del pane, ed ecco che “bocconcini semprefreschi” diventano “coppiette” o “gemellini”, perché si vendono a coppie; cambiano i sapori di sempre ed ecco che la zuppa di cozze che mangiavo con solo olio, aglio e prezzemolo, viene qui arricchita con taaaanto aceto e origano. Più buono? Meno buono? Non saprei, non voglio fare una graduatoria di gusto, dico semplicemente che è diverso, meno familiare, ma io sono curiosa anche in cucina e voglio provare (quasi tutto).
Una bella scoperta è stata trovare il mercato chiamato “a fera dù luni”, cioè la fiera del lunedì, forse perché una volta il mercato era settimanale, ma adesso è allestito tutti i giorni al mattino.
Inutile dire che, come ogni mercato del sud, è un tripudio di colori, odori e grida di esaltazione della propria merce e invito all’acquisto. Ci si trova di tutto, vestiti, scarpe, zaini, padelle, fiori finti, cuscini, costumi da mare e ciabattine, spezie per tutti i gusti, frutta fresca e secca, verdura, carne e pesce, ma anche olive e sottaceti, pomodori secchi e lumache di mare, gelsi e pannocchie da bollire ….. è veramente grandissimo , variopinto e suggestivo.
E, cosa da non sottovalutare, è molto conveniente.
Molte bancarelle dispongono la merce ben divisa su singoli cestini o vassoi di carta, se ne sceglie uno e, normalmente, il costo è di un euro. Così, al costo di un euro ti porti a casa un vassoio di cetrioli (cinque o sei) o un chilo di pomodorino o tre pannocchie da cuocere o quattro lattughe e così via.
L’altro giorno ho comprato un vassoio di zucchine genovesi, quelle piccole e verdi, e ho provato a fare una bruschetta un po’ diversa dal solito.
Ho lavato, tagliato a fettine sottili e lunghe due zucchine. Le ho arrostite su una piastra caldissima e unta con un po’ di olio e le ho salate (poco) a fine cottura.
Sulla stessa piastra ho messo a tostare delle fette di pane casereccio, senza arrivare a renderle troppo croccanti.
In una teglia ho posto le fette di pane, poi una fetta di scamorza affumicata (che è l’unico formaggio che mangia mio figlio, ma secondo me andrebbe bene anche l’emmenthal), poi una fettina di acciuga sott’olio ed infine una o due fette di zucchina grigliata.
Mettere la teglia in forno caldo per pochi minuti, fino a quando il formaggio comincerà a filare.
Ieri sera, insieme ad una bella insalata mista, abbiamo risolto la cena.
Buon appetito.
D.F.
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