Bagheria, genio e sregolatezza raccontati in un docu-film prodotto da Duca di Salaparuta

Villa Cattolica ha ospitato la manifestazione di Duca di Salaparuta
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di Maria Mattina

Bagheria, città delle ville, dei grandi pittori come Renato Guttuso, di fotografi dal respiro internazionale come Ferdinando Scianna e Mimmo Pintacuda, città culla dei maestri dei carretti siciliani come la famiglia Ducato (Michele è l’ultimo rampollo) o di poeti come Ignazio Buttitta o di registi da Oscar come Giuseppe Tornatore. Una incredibile “enclave” ad alta concentrazione di artisti e intellettuali, di profeti della bellezza, che sembra però assediata …dalla bruttezza. Bagheria è infatti la città dello sviluppo urbanistico disordinato e della cementificazione selvaggia che assediano le magnifiche ville nobiliari del ‘700 sopravvissute agli scempi, splendori architettonici di un tempo che fu. Un esempio? Villa Cattolica e accanto lo stabilimento industriale in rovina. Due immagini simbolo appunto della bellezza e della bruttezza di Bagheria.

Un momento della manifestazione con il regista Carlo Loforti e Giuseppe Prode: sullo sfondo Villa Cattolica e lo stabilimento in rovina

E’ questo il leitmotiv di un documentario su Bagheria che è un omaggio al passato della città delle ville e un abbraccio al presente, a una comunità che si interroga sul proprio futuro. Si intitola “La teoria dei contrasti” ed è stato realizzato dal regista Carlo Loforti e prodotto da Duca di Salaparuta. E’ stato proiettato in anteprima giovedì sera negli spazi di Villa Cattolica, in occasione delle celebrazioni per i 200 anni dell’azienda Duca di Salaparuta che nel 1824 visse la sua prima vendemmia sotto la proprietà della famiglia Alliata (oggi, dopo alterne vicende, è di proprietà del gruppo dell’Illva di Saronno che ha rilevato anche i brand Corvo e Florio).

Tra una citazione e l’altra nel documentario si parla dei geni che abbiamo citato: Renato Guttuso, Mimmo Pintacuda, Ignazio Buttitta, Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore, diverse generazioni a confronto che crescono, vivono e rappresentano il mondo di cui fanno parte, che insorge, riflette e si ribella al destino di una urbanizzazione spietata e degradante che tende quasi a risucchiare Bagheria in un vortice e a farla diventare un quartiere satellite della Palermo orientale.

Ville settecentesche e paesaggi costieri, giardini d’agrumi, sebbene intrappolati in un disordine cementizio contemporaneo cresciuto a dismisura, stratificato nel tempo e nello spazio, continuano ad esercitare il loro potere immaginifico, suggerendo quella “Teoria dei contrasti” che la città di Bagheria, tra zagara e calce, offre a chi sa guardarla con più profondità. È un unicum di vite vissute che, attraverso la pittura, la parola e la visione delle cose, ricostruisce – tra memoria necessaria e nuovi linguaggi – il giacimento di una terra fertilissima per Arte e Cultura. Sale di una terra schietta e contraddittoria, la stessa che ha visto il proliferare di personaggi unici che con il loro talento hanno portato la Sicilia e la sua bellezza nel mondo.

Il regista palermitano fa rivivere passato e presente di Bagheria attraverso le parole dello storico Rosario Lentini, dell’antropologo Ignazio Buttitta, dello scrittore e sceneggiatore Paolo Pintacuda, del regista Nico Bonomolo e dei pittori Michele Ducato, Alessandro Bazan, Arrigo Musti.

La rabbia e il fermento del Novecento hanno dato vigore e senso ad un territorio fortemente identitario, piccolo solo nei suoi confini. Ma la storia non è unicamente un passato, è anche un grande presente. Nel luogo dove tutto ha avuto inizio, Duca di Salaparuta, con questo documentario realizzato nell’ambito di un più ampio progetto enoculturale inaugurato in occasione dei suoi 200 anni, recupera le radici, dona orizzonti inediti con un programma di valorizzazione a tu per tu con l’arte, la cultura, la vita delle persone.

Sulla scia di questa contaminazione, con il traguardo delle 200 vendemmie si è ridato valore alla pittura di Renato Guttuso, alla fotografia di Mimmo Pintacuda, ai colori vivi del pittore di carretti siciliani Emilio Murdolo, ben presenti nel restyling delle etichette più rappresentative dell’azienda.

“Duca di Salaparuta è profondamente legata a Bagheria, lo è sempre stata – spiega Roberto Magnisi, Direttore delle Cantine di Duca di Salaparuta – ‘La teoria dei contrasti’ approfondisce con lucidità visionaria gli intrecci – materiali e immateriali – di un terroir culturale che non smette di dare nuovi frutti e nuovi spunti, chiamando tutti a coglierne la proiezione verso le nuove generazioni. Carlo Loforti, senza retorica, affidandosi alla forza espressiva delle immagini e della parola che diventa testimonianza, arriva dritto all’anima, ripercorrendo i legami umani e artistici che hanno animato una terra naturalmente vocata alla bellezza. Non possiamo che ispirarci ad essa”.

Roberto Magnisi

“La Teoria dei contrasti”, patrocinato dal Comune di Bagheria e dal Comune di Casteldaccia, è stato realizzato dalla casa di produzione Just Maria. La presentazione del documentario ha visto il contributo anche di Giuseppe Prode che, dopo la proiezione, ha dato vita ad un talk con i protagonisti del docufilm. Tra gli altri una citazione merita la provocazione di Alessandro Bazan che ha ricordato come già Goethe fosse rimasto stupito della convivenza, nel centro storico di Palermo, di splendori e brutture come i cumuli di spazzatura per le strade (poco sembra cambiato da allora e Bagheria è stata come infettata da questo virus palermitano!).

L’iniziativa del documentario si inquadra in una serie di manifestazioni, volute dalla Duca di Salaparuta – in una intelligente operazione culturale per celebrare i 200 anni – e cominciate a marzo al Palazzo Alliata di piazza Bologni, un tempo dimora palermitana della famiglia (poi ceduto alla Curia). A metà aprile l’importante tappa al Vinitaly con la presentazione del restyling profondo delle etichette che recano il logo dei 200 anni e i richiami a Guttuso, Murdolo, Pintacuda. Ora il documentario è il trampolino di lancio per recuperare il legame col territorio bagherese ma anche di Aspra e Casteldaccia (dove ci sono due stabilimenti). Ma soprattutto un recupero profondo della memoria e della storia imprenditoriale degli Alliata che hanno attraversato il mondo del vino in un secolo e mezzo di storia siciliana tra splendore e decadenza.

La sede di Duca di Salaparuta a Casteldaccia
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