Vino Porto: tutti i segreti e le migliori cantine per gustarlo a Oporto

Un gigantesco tino di Porto (100 mila litri) nella cantina Taylor's
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di Maria Mattina

Oporto è una vera gioia per gli occhi, una città in grado di conquistare fin dal primo momento, grazie ai suoi saliscendi, alle sue case decadenti ma dall’atmosfera magica e soprattutto grazie al quartiere della Ribeira, dal quale si ammira un panorama spettacolare con le barche che passano sotto il Ponte Dom Luis. La Ribeira è il quartiere più pittoresco di Porto, e allo stesso tempo il più visitato dai turisti. Sulle sponde del fiume Douro, è un susseguirsi di stradine scoscese, case decorate dai tipici azulejos, antichi tram ancora in funzione.

Il quartiere della Ribeira nel centro storico di Oporto

Il Ponte Dom Luis è un’icona e un simbolo, collega le due sponde del fiume Douro in corrispondenza della Ribeira. La sua costruzione ebbe inizio nel 1881 a opera dell’ingegnere Theophile Seyrig, allievo stretto collaboratore di Gustave Eiffel. E la struttura a dire il vero ricorda in qualche modo le opere di Eiffel, grazie all’abbondante uso del ferro, materiale così tanto caro al famoso architetto francese della Torre di Parigi.
La città col suo centro storico è tutta sulla riva destra. Sulla sinistra (in realtà è un altro comune chiamato Vila Nova de Gaia) si trovano tutte le cantine storiche della zona. Come si vede in questa foto cantine e insegne occupano tutta la collina. Al centro si intravede l’omino nero col mantello simbolo di Sandeman, una delle più note anche in Italia.

La collina che racchiude le principali cantine di Porto, ognuna con la sua insegna

La valle del Douro, Patrimonio dell’Umanità, potrebbe anche chiamarsi valle incantata, tale è la bellezza e il fascino dei suoi paesaggi. Sul fiume si vedono delle imbarcazioni caratteristiche, i barcos rabelo, le uniche barche che erano in grado di trasportare il vino dalle tenute in cui veniva prodotto sino alla foce del fiume, prima che venissero costruite le dighe che hanno reso navigabile il fiume anche per altri tipi di imbarcazioni.

Ma andiamo alla storia di questo vino così famoso. Il vino Porto è prodotto a partire da uve dei vitigni Tinta Barroca, Tinta Cão, Tempranillo e Touriga, coltivate in terreni di origine vulcanica con base granito e basalto, spazzati dal vento dell’oceano che si insinua nella Valle del Douro fino alle colline. Le uve sono raccolte, spremute e fatte fermentare con una tecnica particolare che si tramanda da secoli. E infine il tutto è “fortificato”: si chiamano così quei vini prodotti – comunemente detti liquorosi – utilizzando un vino base addizionato di mistella (un insieme di alcol, acquavite di vino o mosto concentrato), al fine di aumentarne la gradazione alcolica. Questo processo interrompe la trasformazione degli zuccheri in alcool lasciando al vino un gusto particolarmente dolce.
Le tipologie. Si intuisce che il prodotto finale è quindi legato sia alla qualità della vendemmia che, soprattutto, all’abilità degli enologi, al dosaggio e ai componenti della mistella. “Ricette” e tradizioni gelosamente custodite da secoli e che formano la differenza tra le varie cantine. Il Porto, se di qualità e preparato a dovere, invecchia in botte e poi in bottiglia e migliora di gran lunga sia il bouquet di profumi che lo accompagna che ovviamente il sapore. Alcune bottiglie preziose hanno grandissimo valore e c’è chi ne acquista come investimento finanziario. Questa bottiglia, per esempio, è prezzata nella cantina Taylor’s 4718 euro.

Una bottiglia di Porto Vintage prezzata 4718 euro

Parliamo in questo caso della tipologia “Vintage”. Sicuramente il più pregiato, ottenuto da uve di qualità eccellente. L’invecchiamento può durare anche 40 o 50 anni.
Le altre tre tipologie sono il Bianco: giovane e fruttato, classificato secondo il suo grado di dolcezza, secco, semi-secco, dolce. Ottimo come aperitivo, è stato riscoperto negli ultimi anni in questa che è appunto l’epoca delle apericene.
Ruby: è il Porto rosso rubino che invecchia in grandi botti. Grazie a questo il vino ha poco contatto con il legno e mantiene le sue caratteristiche iniziali. Il profumo richiama gli aromi di frutti di bosco e prugna, il sapore è fruttato, tipico dei vini giovani.
Tawny: il vino tawny invecchia inizialmente in grandi botti, come il bianco e il ruby, ma poi viene trasferito in botti più piccole dove avviene un processo di invecchiamento particolare dovuto al contatto con il legno e a una maggiore ossidazione. Ha un colore ambrato e un sapore particolare, complesso, con sentori di frutta secca, ma anche di cioccolato, cannella o caffè. Per chi non può spendere tanto per il Vintage è la migliore alternativa.
La guerra commerciale. Ma il Porto forse non avrebbe mai visto la luce se non ci fosse stata un’aspra guerra commerciale tra Francia e Inghilterra. L’anno cruciale è il 1667: l’ennesimo scontro militare tra i due Paesi interruppe le importazioni di vini francesi verso Londra, dove terminarono tutte le scorte di vino. In particolare gli inglesi erano grandissimi consumatori del Claret (o Clairet in francese) un vino rosato corposo, dal colore intenso, considerato una specialità della regione di Bordeaux.
Fu allora che i mercanti di Londra e Bristol cominciarono a pensare a delle alternative alla Francia, e approdarono in Portogallo, nella zona di Oporto, dove la vite era coltivata già in epoca romana, due secoli prima dell’anno zero.
Inizialmente ci si rivolse alla zona nord di Porto, per acquistare il Portogallo Rosso, ma essendo un vino neutro e leggero non era adatto ai gusti inglesi.
Nel 1678, continuando l’embargo sui prodotti francesi, due inglesi si recarono al monastero di Lamego, dove assaggiarono un vino di Pinhão, dolciastro e fortificato con del Brandy della zona. Gli inglesi furono talmente colpiti da questo vino che nell’arco di mezzo secolo tutto il prodotto della zona iniziò ad essere fortificato per le esportazioni verso Londra. Fu la fortuna economica di Oporto e la nascita di un vino oggi conosciuto e consumato in tutto il mondo, mentre numerose cantine restano ancora oggi di proprietà inglese.
Finita l’emergenza della pandemia, oggi è possibile nuovamente visitare le cantine storiche di Vila Nova. Alcune mantengono la necessità di prenotare attraverso il loro sito in certi orari, altre hanno ripristinato la visita libera. Se siete a Oporto consigliamo di prendere un taxi che con pochi euro (i prezzi sono veramente bassi) vi porterà alla cantina prescelta dall’altra parte del fiume.
Le migliori cantine. Cerco di citare alcune delle principali aziende storiche senza pretesa di essere esaustiva.

  1. Sandeman. Una delle più conosciute in assoluto e anche presente da tantissimi anni sul mercato in Italia: col suo simbolo (un uomo con mantello e sombrero) domina la collina sul Douro. Proprio per questo, è tra le più richieste e affollate e bisogna prenotare sul sito con molto anticipo. La guida è effettuata da un giovane addetto vestito proprio con il Don (il mantello indossato dagli studenti e altri in Portogallo).
  2. Ferreira. E’ una delle pochissime in mani portoghesi tra tutte le cantine. Vanta di aver venduto una bottiglia del 1815 per 6 mila sterline.
  3. Burmester. Cantina molto bella e organizza anche visite guidate in italiano in orari specifici (cosa che non abbiamo trovato altrove).
  4. Calem. Molto carina ma più piccola, è venduta nel pacchetto ai turisti che fanno la crociera sul Douro. Occorre quindi evitare di entrare quando c’è il gruppone in arrivo.
  5. Graham. Cantina di grande qualità fondata nel 1890 da questa famiglia inglese. Altra etichetta molto conosciuta in Italia e quindi visita da prenotare per tempo.
  6. Ramos Pinto. Tra le più conosciute e tra i produttori principali. La visita alla cantina è abbinata a un interessante museo con oggetti d’epoca.
  7. Taylor’s. Tra le più antiche in quanto fondata nel 1692, è una cantina di recente ristrutturata in modo da creare all’interno un percorso adatto per i visitatori con pannelli, video, una stanza dedicata alla produzione e alla storia di 300 anni di attività. E’ fornitrice della Casa Reale inglese.

L’ingresso della cantina Taylor’s

Ho scelto la Taylor’s perché non è necessario fissare un appuntamento e quindi si è al riparo da ritardi. La visita libera prevede (particolarità trovata solo da Taylor’s) un’audioguida in italiano molto accurata nella spiegazione e la degustazione finale di due Porto. Un bianco, il Chip Dry, inventato da loro nel 1934, ottimo come aperitivo e un Late Bottled Vintage, il loro cavallo di battaglia: un Porto invecchiato in tini per 4-6 anni. Ottimo e a prezzo accessibile rispetto al Vintage, di cui ci sono in esposizione bottiglie dal prezzo di svariate migliaia di euro, come già visto. La visita finisce in un bel giardino con le rose dove oltre ai due Porto compresi nel biglietto si può ordinare anche ben altro.
Vale la visita anche solo questo mastodontico tino con una capacità di circa 100.000 litri di porto: è il più grande di tutte le cantine di Vila Nova de Gaia.

Il tino da 100 mila litri di Porto


Dopo la visita con l’audioguida ho provato diversi assaggi e voglio almeno citare un favoloso Tawny Golden Age 50 anni…

I vini si possono accompagnare con degli stuzzichini, tra cui ottimi pasteis de nata, i tipici pasticcini portoghesi di pasta sfoglia e ripieno con crema a base di uova, panna e zucchero. Buon Porto e buon appetito!

Lo stemma della cantina Taylor’s, che è fornitrice della Casa Reale Inglese
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