Quattro nuove stelle Michelin in Sicilia
Grandi novità per la ristorazione siciliana. Quattro ristoranti ottengono la prestigiosa stella Michelin, per tutti ampiamente meritata.
Ottengono la loro prima stella il Mec di Palermo, con lo chef Carmelo Trentacosti, Limu di Bagheria (PA) con lo chef Nino Ferreri, il Principe di Cerami di Taormina (ME) con lo chef Massimo Mantarro e I Tenerumi, sull’isola di Vulcano, con lo chef Davide Guidara.
Il MEC restaurant di Palermo, il ristorante in corso Vittorio Emanuele dell’architetto e imprenditore Giuseppe Forello, a gennaio festeggerà i tre anni di apertura. Un traguardo ambito da un po’ e un sogno per Trentacosti e la sua brigata che ha trovato la sua realizzazione e ufficializzazione durante la cerimonia di presentazione della 68esima edizione della guida rossa francese più conosciuta e agognata del settore enogastronomico. La caparbietà, la costanza e le competenze di Trentacosti che celebra con i suoi piatti i sapori, i colori, e i profumi della Sicilia, uniti alla qualità del servizio, alla particolarità e bellezza del luogo del ristorante-museo e a tutti gli altri parametri di valutazione degli ispettori Michelin, hanno fatto sì che il risto-museo entrasse di diritto in questa edizione della Guida Michelin Italia 2023.
Questo l’articolo scritto a marzo.
Il ristorante Limu, progettato e realizzato in uno dei luoghi storici più affascinanti della città di Bagheria, a pochi metri dall’ Arco della Santissima Trinità o Arco del Padre Eterno, recupera il fascino della Torre Ferrante, costruzione risalente al 1565, una delle sette che nel ‘500 servivano a difendere il territorio cittadino.
A renderlo un luogo speciale oltre che la storia è la presenza del tufo di Aspra tipico dell’edificio storico che si coniuga perfettamente con il concept contemporaneo, elegante e sobrio negli arredi; in una delle tre sale a disposizione degli ospiti, distribuite su due livelli, potrete apprezzare il recupero di un vecchio camino che oggi funge da cantinetta, oltre ad un terrazzo al secondo piano che regala una vista unica sull’Arco della Santissima Trinità. Il nome, LIMU, è stato scelto sia come frutto per eccellenza della Trinacria, nonché uno degli alimenti più amati dallo chef stesso. Il termine deriva dal persiano e rappresenta parte del retaggio storico di questa terra di conquista che nei secoli è passata dal dominio greco a quello arabo e normanno.
Questo l’articolo scritto sul ristorante
Lo Chef Massimo Mantarro del Principe di Cerami a Taormina è nato a Piedimonte Etneo e cresciuto a Calatabiano. La sua cucina è la quintessenza della Sicilia, reinventata.
I suoi piatti esaltano materie prime e tradizioni locali unendo il mare, la terra e l’abbondanza del vicino vulcano Etna.
Nel 2020 ha inaugurato il Principe di Cerami, ristorante che prende il nome dal nobile che possedeva l’antico monastero del San Domenico quando nel 1986 fu trasformato in un Hotel. In questo ristorante raffinato e d’autore gli ospiti possono assaporare reinterpretazioni contemporanee della cucina classica siciliana, creazioni apparentemente semplici che combinano tra loro ingredienti e tradizioni locali.
La sostenibilità delle materie prime, sapientemente coltivate nel proprio orto, ed il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente in tutta la filiera sono capisaldi della filosofia del ristorante I Tenerumi, sull’isola di Vulcano.
Attraverso il suo menu degustazione lo chef Davide Guidara accompagna in un percorso interamente vegetale, in cui spiccano audacia e originalità.
Fondamenta di tutte le sue creazioni un’attenta ricerca che lo ha portato a stilare un “Manifesto di Nuova Cucina Vegetale”. La particolarità è che il ristorante si trova all’interno del Therasia Resort, dove già è presente il ristorante con una stella Il Cappero, guidato dallo chef Giuseppe Biuso.
Tutte confermate le stelle precedenti, mentre passa da una a due stelle il St. George by Heinz Beck di Taormina.
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