Osteria Il Moro, l’alta cucina a Trapani

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di Maria Mattina

La Sicilia è da sempre terra di buon cibo, dove le culture e le tradizioni delle popolazioni che l’hanno abitata si sono integrate ed evolute. La città di Trapani, tra tutte le province siciliane, è però da molti considerata la Cenerentola in quanto presenta meno ristoranti di rilievo (nessuno con la stella Michelin, ad esempio) rispetto alle altre zone dell’Isola.

Ecco allora un locale, l’Osteria il Moro, che merita una gita a Trapani e che festeggia i cinque anni proprio ribadendo l’obiettivo della cucina gourmet, raffinata ed eccellente, unita a un servizio di sala attentissimo ai particolari. Ottima la location, in via Garibaldi, il salotto pedonale del centro storico. I bassi di due palazzi ottocenteschi, sapientemente restaurati, sono stati uniti in un unico contesto con raffinata semplicità. Una chicca: invece di aumentare i tavoli, con l’ampliamento del locale si è voluto creare un salotto dove gli ospiti possono gustare il dolce di fine pasto, come il galateo dei tempi passati imponeva. Bella la cantina a vista, con etichette del territorio e con uno sguardo all’Italia e oltre.

Nicola Bandi nel salotto del ristorante

I titolari di questo piccolo scrigno e gli ideatori del progetto sono due fratelli, Nicola ed Enzo Massimiliano Bandi, talentuoso chef trentacinquenne il primo, sommelier preparato e ricco di idee l’altro. I due hanno cominciato quasi per gioco da giovanissimi, passando attraverso varie esperienze, tra cui un locale fast food siciliano. Nel dicembre 2016 il salto di qualità con “L’Osteria il Moro”. Proprio in occasione del compleanno numero cinque il menù è stato ripensato e riformulato con tante, affascinanti novità.

Chi lo ha detto che da autodidatti non si possono fare grandi cose?

“La mia cucina – risponde Nicola Bandi – è sicuramente studiata non per stupire ma per esaltare i sapori del territorio. E i prodotti sono tutti accuratamente selezionati tra le eccellenze. L’idea di base è di rivisitare i piatti della tradizione trapanese e siciliana, rispettando il passato ma sapendo innovare e proiettarsi nel futuro”.

Entrée
Entrée

Ad esempio, uno dei punti di forza è il cous cous trapanese che segue il rigido disciplinare depositato (non sono molti i locali che lo rispettano). E materie prime di ottima qualità si sposano in alcuni piatti con il “camouflage” (per citare Massimo Bottura): il camuffare, evidente tra gli antipasti in “Sembra sushi” dove il calamaro a pezzettini “sembra” riso.

Sembra sushi

O – sempre tra gli antipasti – nel “Cappuccino di carciofi”.

Cappuccino di carciofi

Tra i primi abbiano provato lo Spaghetto monograno al San Pietro

Spaghetto monograno al San Pietro

e gli squisiti Gnocchi dei Nebrodi

Gnocchi dei Nebrodi

Tra i secondi da non perdere l’Assoluto di Triglia

Assoluto di Triglia

e Guancia e Pere (alla base c’è una squisita e lunghissima cottura)

Guancia e Pere

Si chiude in questo periodo di fine anno con una degustazione di panettoni, l’ultima passione dello chef coronata anche in questo caso dal successo.

Inoltre, una citazione d’onore merita il servizio di sala, a dir poco accurato: dal reggiborsa per le signore alla pulizia della tovaglia dalle briciole tra una portata e l’altra. Straordinari i servizi di piatti e posate, adatti per ogni pietanza.

Che dire in conclusione? “Il Moro” ha raggiunto l’obiettivo di trasformare la Cenerentola Trapani in una magnifica principessa. Potrebbero accorgersene anche i responsabili di tante blasonate – ma forse distratte – guide internazionali.

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