“Porta Mazara. Un monumento riscoperto”
“Porta Mazara è uno dei più significativi testimoni della storia di Palermo. Nove secoli sono passati sotto i suoi archi. Ha vissuto la rivolta dei Vespri, subito l’assedio di Carlo d’Angiò e ha visto grande epidemie entrare in città. Stravolta dalle trasformazioni urbanistiche del Rinascimento, è stata protagonista durante le rivolte del popolo contro i vicerè e nei moti del Risorgimento. Durante l’epoca dei grandi rinnovamenti edilizi, voluti dalla borghesia industriale dei Florio e dei Whitaker, si è poi trovata estraniata e inutile, quasi un relitto, sino all’attuale stato di abbandono e di degrado. Una storia dimenticata da tanti, da troppi palermitani, una storia che non riesce, per questo, ad essere maestra e a servire da monito. Sconosciuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini, la porta Mazara subisce, oggi, anche l’insulto dell’indifferenza, quell’indifferenza che costituisce l’ostacolo maggiore a veicolare quei valori che formano il cittadino e che si traducono poi, nel concreto, in azioni aventi una ricaduta positiva su quel giacimento di ricchezza che tutti riconoscono alla Sicilia come il più consistente e che, purtroppo, non è mai abbastanza considerato: l’arte, la cultura, la storia. Contro questa indifferenza nei riguardi di ciò che ricorda la nostra storia, combatte da anni un piccolo e agguerrito gruppo di lavoro, formatosi in seno all’assessorato alla Scuola del Comune di Palermo. E’ condotto da Licia Romano e Cecilia Villanova che, con “Palermo apre le porte-la scuola adotta la città”, da vent’anni offre l’occasione agli studenti, ai genitori, agli insegnanti, di mettere al centro della discussione la scuola, del suo ruolo di agente formatore delle future generazioni” (dalla prefazione di Filippo Romano).
Questo bel volume (“Porta Mazara, un monumento riscoperto”, con testi di Carmelo Lo Curto, Maria Teresa Mascari, Angela Gabriella Salvagio, del corpo docente del liceo artistico Giuseppe Damiani Almeyda) traccia la storia dalle origini della Porta – che era tra quelle che circondavano le mura esterne di Palermo – con un’ampia ricerca archivistica e fotografica (oggi la struttura è nei pressi dell’Ospedale dei Bambini). Per esempio si scopre che la Porta era anche affrescata: come scrive infatti nel 1732 il Mongitore “sotto la volta nella parte che guarda la città, ne’ suoi lati, si vedono alcune immagini antiche di Santi dipinti a fresco”. Ciò che rimaneva di questi affreschi circa 20 anni fa è stato staccato dalla Porta ed è oggi conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo.
Il volume è ricco di foto storiche che danno un’idea anche dei vari mutamenti e trasformazioni che la Porta ha subito, diventando un testo che oppone la conoscenza all’oblio. Gli alunni dell’Almeyda hanno collaborato alle ricerche.
Nella presentazione il sindaco Leoluca Orlando (il volume è pubblicato grazie al sostegno economico del Comune) osserva: “La pubblicazione ci fa riscoprire un importante monumento della nostra città, ai più sconosciuto, che potrebbe, invece, essere considerato un altro prezioso tassello che va ad arricchire l’itinerario arabo-normanno”.
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