In Sicilia 16 ristoranti stellati: ecco le nostre recensioni

Ciccio Sultano e Pino Cuttaia
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di Maria Mattina

La ristorazione siciliana tenta la ripartenza. La zona gialla assegnata all’Isola in questi giorni di febbraio consente la riapertura a pranzo che si affianca al delivery. Nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e del distanziamento, il settore punta a recuperare posizioni dopo il lungo periodo di chiusura e di crisi legato alla pandemia. Tornare nei ristoranti siciliani può essere allora un forte segno di solidarietà.

D’altronde l’Isola ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni sulla via della qualità e dell’eccellenza internazionale, vanta oggi due ristoranti 2 stelle Michelin (quelli dei maestri Ciccio Sultano a Ragusa e Pino Cuttaia a Licata) e numerosi altri con 1 stella. Tutti quanti meritano il viaggio.

Se avete l’imbarazzo della scelta, la rivista viaggiarteecucina.it

offre le recensioni di moltissimi di questi locali, tutti provati di persona. Ecco qualche indicazione e i link agli articoli della rivista con le foto dei piatti più famosi.

Cominciamo da Ciccio Sultano e dal suo “Duomo”, a Ragusa Ibla, centro storico barocco ammaliante, pochi passi appunto dal Duomo di San Giorgio. Estroso e affabile, conosciutissimo in Italia e non solo, Sultano gode delle due stelle Michelin dal 2006 ed è punto di riferimento per intere generazioni di chef. Il “Duomo” è una sosta imperdibile per chi ama la cucina a 360°.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2016/08/il-cibo-un-piacere-a-due-stelle-da-ciccio-sultano/

L’altro due stelle siciliano (dal 2009) è l’altrettanto conosciuto “La Madia” di Licata, regno di Pino Cuttaia. Chef dalla notorietà e dall’abilità immense, è anche presidente dell’associazione Le Soste di Ulisse (carica in precedenza ricoperta da Sultano): raccoglie il top della ristorazione e del comparto alberghiero dell’Isola. Ecco la recensione, un viaggio sensoriale tra piatti e memoria.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2017/03/pino-cuttaia-il-gusto-e-il-gioco-della-memoria-alla-madia/

Il panorama dei ristoranti con una stella Michelin in Sicilia è variegato tra chef esperti e giovani emergenti, arriva a un totale di 14 in base all’ultima Guida, pubblicata nel novembre 2020.

Cominciamo dalla provincia di Palermo (in città purtroppo non ce ne sono) che annovera “I Pupi” di Tony Lo Coco (vicepresidente delle Soste di Ulisse) a Bagheria, con sede e dehor a pochi metri da Villa Palagonia. Da non mancare il sushi che rilegge i piatti siciliani e il suo cavallo di battaglia, “la stigghiola di tonno”. Una citazione merita la moglie Laura Codogno che col sorriso gestisce da sempre la sala. Qui trovate l’articolo

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2014/10/cena-da-i-pupi/

L’altro ristorante stellato del Palermitano è “Il Bavaglino” di Giuseppe Costa a Terrasini. Chef giovane e di talento, anima questo locale piccolo ma che merita la gita in provincia già solo per la sua “nuvola di cassata”. Di recente ha anche pubblicato il libro “Sicilia d’-Amare”, ricco di ricette originali.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2015/06/una-piacevole-esperienza-al-bavaglino-di-terrasini/

Una vacanza alle Eolie è indimenticabile per la bellezza delle isole e la varietà dei panorami. Il viaggio vi rimarrà ancora più impresso se andate a provare i due ristoranti stellati. Uno è il “Signum” (all’interno dell’omonimo bellissimo hotel a Salina) guidato da Martina Caruso, giovanissima (classe 1989) e premiata dalla Michelin anche come migliore chef donna italiana del 2019.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2020/08/signum-un-ristorante-che-lascia-il-segno/

Nell’Isola di Vulcano c’è invece “Il Cappero” dello chef palermitano Giuseppe Biuso. Si trova all’interno dell’hotel Therasia Resort e dalla terrazza si gode di una spettacolare vista sui faraglioni di Lipari. Non solo gli occhi godranno di una visita, ma anche tutti gli altri sensi, ammaliati dall’estro dello chef.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2020/08/cappero-le-sorprese-dello-chef-stellato-biuso/

La città di Catania di recente è entrata nella lista degli stellati grazie a “Sapio” di Alessandro Ingiulla, ospitato dal 2017 all’interno di alcune botteghe ristrutturate con maestria in via Messina. E per il resto basta dire che, al momento del riconoscimento della stella, Ingiulla aveva solo 26 anni: questo fa di lui il più giovane chef d’Italia a ricevere il prestigioso premio della Guida.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2020/12/sapio-e-catania-usci-a-veder-la-stella/

Se vi allontanate di poco dalla città etnea potete provare altre delizie. A Linguaglossa, piccolo centro ai piedi del versante nord del vulcano, c’è “Shalai” del frizzante e giovane chef locale Giovanni Santoro. Il ristorante è all’interno di un hotel con 13 raffinate camere ricavate in un palazzo nobiliare grazie alla lungimiranza della famiglia Pennisi. Nell’associazione Le Soste di Ulisse Luciano Pennisi è vicepresidente.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2020/10/mi-shalai-ho-fatto-unesperienza-molto-bella/

Restando nel Catanese, un altro binomio da non perdere albergo wow-ristorante stellato porta il nome ammaliante di “Zash”. Siamo a Riposto e lo chef è anche in questo caso giovanissimo e di grande talento: Giuseppe Raciti (stella conquistata a fine 2019). Il locale è all’interno di un country boutique hotel creato ristrutturando un antico palmento, 17 camere circondate da un parco di 130 mila metri quadri.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2020/12/zash-il-paradiso-allimprovviso/

Per completare il panorama della provincia di Catania, nel centro storico di Caltagirone c’è “Coria”, fondato nel 2008 da due allievi di Ciccio Sultano: Domenico Colonnetta e Francesco Patti (classe 1980 e ’83, il primo di Reggio Calabria, il secondo di Caltagirone). Anche questo locale è un punto di riferimento per le tradizioni siciliane rivisitate: il nome si ispira al vittoriese Giuseppe Coria (1930-2003), autore di “Profumi di Sicilia”, la bibbia della cucina dell’Isola.

www.ristorantecoria.it

A poche centinaia di metri dal “Duomo” di Sultano, Ragusa ospita anche un ristorante con una stella (2007), guidato dallo chef Vincenzo Candiano di Scicli: “La locanda di don Serafino”. Di proprietà della famiglia La Rosa (don Serafino è il fondatore), il locale è tra i più affascinanti perché all’interno di una suggestiva location scavata nella roccia.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2016/11/locanda-don-serafino-a-ragusa-ibla-un-ristorante-due-stelle-scavato-nella-roccia/

Sempre a Ragusa c’è il ristorante La Fenice, dove a fine 2020 lo chef Luca Gulino ha preso il posto di Carlo Ruta che ha lasciato dopo 20 anni di collaborazione (ricordiamo che la stella è appannaggio del ristorante e non personale dello chef).

www.lafeniceristorante.com

E già che parliamo della qualità della ristorazione nel Ragusano, ecco che una deviazione verso il cuore barocco di Modica porta da “Accursio”. Prende il nome dallo chef Accursio Craparo, classe 1976, di Sciacca, che si definisce il “cuoco delle due Sicilie” con l’intento di unire le due culture gastronomiche dell’Est e dell’Ovest dell’Isola.

http://www.accursioristorante.it/

A Taormina, la perla del turismo internazionale, la cultura del buon cibo non può mancare. Il ristorante stellato da oltre dieci anni è l’affascinante “La Capinera” dello chef Pietro D’Agostino (Via Nazionale – Taormina Mare): sullo splendore della costa una rivisitazione intrigante della tradizione siciliana con idee di grande respiro.

https://www.pietrodagostino.it/la-capinera/

Se invece siete nel centro storico di Taormina potete godere del locale “easy” ma ugualmente di alta qualità di D’Agostino che si chiama “Kistè” ed è ospitato all’interno di uno storico palazzo del Quattrocento, “Casa Cipolla”.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2018/10/un-piccolo-scrigno-di-sapori-nel-cuore-di-taormina-firmato-pietro-dagostino-kiste/

Rimanendo a Taormina, una recente stella è del “St. George by Heinz Beck” all’interno del lussuoso Ashbee Hotel. Anche qui va segnalato che nell’estate del 2020 lo chef Giovanni Solofra ha lasciato il ristorante. Il guru Beck, tristellato patron della “Pergola” a Roma che firma col suo nome il locale, ha scelto per la sostituzione il trentenne chef Delfo Schiaffino.

http://www.theashbeehotel.it/st-george-restaurant/

Infine, all’interno del Timeo di Taormina, c’è “Otto Geleng” guidato da Roberto Toro (che è anche l’executive chef dello storico albergo proprio accanto al teatro Greco). Classe 1975, di Palagonia, ha conquistato la stella a novembre 2019. Il nome del ristorante è un omaggio al pittore tedesco che nel 1873 tra i primissimi credette nel futuro turistico di Taormina (il Timeo è stato il primo hotel della cittadina-gioiello). Ecco l’articolo con i suoi piatti stratosferici.

http://www.viaggiarteecucina.it/wordpress/2018/12/eccellenza-siciliana-in-cucina-lo-chef-roberto-toro-del-timeo/

Non resta che augurarvi buon appetito con queste meraviglie siciliane!

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