Mar dei Caraibi e bollicine di champagne, what else?

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di Maria Mattina

L’icona senza tempo, il lusso del bere per antonomasia: lo champagne è da sempre sinonimo del buon bere e di un territorio, la Francia, che ha creato un mito attorno alle sue bollicine.

I vigneti della Champagne, che si estendono per circa 200 km con una larghezza che varia tra i 200 metri e i 3 chilometri, a 150 km da Parigi, si trovano sulle colline a 49,5° di latitudine nord, in condizioni estreme per l’agricoltura. Le diverse zone di coltivazione offrono differenti caratteristiche al prodotto, per la differenza dei suoli e dei vitigni (pinot nero, pinot meunier e chardonnay) che compongono gli champagne, nome che racchiude infinite sfumature e diversità.

A 6710 chilometri di distanza da Parigi si trova una piccola isola di origine vulcanica di circa 35 km quadrati e 6000 abitanti (che diventano 35.000 in inverno, la stagione migliore per visitare questo gioiello per troppo tempo bistrattato.

A soli 300 chilometri dalla Florida, quest’isola, scoperta da Cristoforo Colombo, non ebbe molta fortuna per l’inospitalità del suolo, che non riesce a produrre nulla.

Saint Barth (diminutivo di Saint-Barthélemy) è una delle mete più esclusive dei Caraibi. Diventata il buen retiro per dinastie del calibro dei Ford, dei Rothschild e dei Rockfeller, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, è ancora oggi una delle mete più ambite dal turismo internazionale, per le sue spiagge bianchissime circondate dalla barriera corallina.

Dal 2007 Saint Barth è una Collettività d’Oltremare della Francia che ne ha rivendicato la proprietà fin dal 1648.

Cosa avranno in comune lo champagne e un isoletta nei caraibi?

La geniale intuizione di Maurizio e Filippo Signorini, innamorati dell’isola tanto da farlo diventare un buen ritiro per le loro famiglie (milanesi d’origine) e l’idea di realizzare uno champagne capace di poter eguagliare la bellezza e l’esclusività dell’isola.

Le loro quattro etichette Il Brut Tradition (50% Pinot Meunier, 30% Chardonnay e 20% Pinot Noir), il Réserve (50% Chardonnay, 30% Pinot Noir e 20% Pinot Meunier), il Blanc de Blancs (100% Chardonnay) e il Rosé (50% Pinot Meunier, 30% Chardonnay e 20% Pinot Noir), tutte prodotte a Monthelon, un piccolo villaggio nel Coteaux Sud d’Epernay, nella Valèe de la Marne, dove ci sono maison come Moet&Chandon, Roederer e Taittinger, elaborato dal “propriétaire-récoltant” Sylvain Pienne, per conto della famiglia Signorini e che prendono il nome di Champagne Rêver Ouanalao della Saint Barth.


Il Blanc de Blancs è 100% Chardonnay e contiene 8gr/litro di zucchero. Giallo dai riflessi ambrati, dona profumi di agrumi canditi; al sorso una bella freschezza data dalle note di limone . Da abbinare a frutti di mare o pesce, ideale per ora dell’aperitivo.

Il Reserve è composto dal 50 % Chardonnay, il 30% Pinot Noir e il 20% Meunier. Contiene 6 gr/litro di zucchero, si presenta di un colore giallo pallido con riflessi dorati. Note speziate e frutta a polpa bianca all’olfatto, di una buona freschezza al palato, si presta ad aperitivi delle grandi occasioni, ma è in grado di accompagnare a tutto pasto.

Il Rosé è composto dal 50% Meunier, il 30% Chardonnay e il 20% Pinots Noir e presenta 8 gr/ litro di zucchero.

Al naso sono presenti piccoli frutti rossi, tra tutti la fragola e al palato un finale lungo con note di ribes. Sempre adatto ad essere abbinato all’ora dell’aperitivo, ma anche formaggi a pasta tenera o dolci alla frutta.

Il Tradition presenta un 50% di Meunier, un 30% di Chardonnay e un 20% di Pinots Noir con 7gr/litro di zucchero.

Bollicine finissime e persistenti, con un colore giallo tenue. Al naso predominano albicocche e susine gialle che lasciano il posto a profumi di pasticceria, al sorso si presenta morbido e fruttato. Si abbina perfettamente con grigliate di pesce e crostacei, ma può essere gustato a tutto pasto per la sua grande piacevolezza.

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