“Delitto in pandemia”, il giallo palermitano di Angela Chiazza e Cristina Sbacchi
di Maria Mattina
C’è Palermo e c’è la sua gente in “Delitto in pandemia”, l’ultimo volume scritto a quattro mani da Angela Chiazza e Cristina Sbacchi. Tra i vicoli del centro storico della città, tra le miserie degli ultimi e la generosità di chi non ha nulla, la trama si avvia col difficile compito di scoprire chi e perchè ha ucciso Lola, una donna dal grande cuore e dalla vita non facile.
Tra realtà e farsa teatrale in una Palermo attanagliata dal Covid-19, il commissario Pisacane si trova alle prese con una caso di omicidio dai dettagli alquanto surreali. Lola, vestita di bianco, con la chioma ornata di margherite e tulipani, è stata sepolta in un terreno in fondo a via del Celso. Mentre i vicini sono sottoposti a interrogatori serrati, tra personaggi eccentrici e strane amicizie della vittima che emergono alla luce, Pisacane si ritrova immerso in un intricato groviglio di indizi.
Con il costante supporto dell’appuntato Celesia e del tenente Pedrotti, riuscirà a decifrare gli enigmi nascosti e portare alla luce la verità sepolta sotto le macerie di via del Celso. I personaggi descritti così come il quartiere del centro storico dove si svolge l’intera narrazione emergono con tutte le loro sfaccettature, mostrando un variegato esempio di vita vissuta ai margini della società, ognuno per un motivo diverso. La strada però, via del Celso, unisce tutti quasi a formare una sola famiglia dove solidarietà ed empatia, capacità di ascolto e mutuo soccorso si fanno spazio laddove la vita è stata poco generosa. Un libro da leggere tutto in un fiato, non solo per scoprire chi sia l’assassino ma per capire quanta umanità si può celare dentro ognuno di noi e come anche l’ultimo “derelitto” della società possa avere tanto da dare. Basterebbe mantenere un poco di umanità, quella che purtroppo spesso dimentichiamo di avere.
“Tutti nasciamo – si legge nel volume – con un cuore buono. Un cuore fatto di carne e di spirito, dove alloggiano due armali, due lupi con la precisione. Uno buono e uno cattivo. Ora sti lupi sunnu sempri affamati e lottano tra di loro per accaparrarsi il mangiare. E’ una lotta continua fra il nostro lato cattivo e quello buono: non possiamo uccidere uno dei lupi, ma possiamo affamarne uno. Con questo le voglio dire che dentro ognuno di noi anche nel più tintu cristiano ci sta sempre il lato buono, e tutti abbiamo il dovere di aiutare chi non riesce con le proprie forze a trovarlo.”
Cristina Sbacchi, architetto, insegnante, vive a Monreale. Ha pubblicato La valorosa impresa di re Salvino II. E con Angela Chiazza: Gea e la borgata in quarantena; Benedetta e il serpente di Monreale e Re Salvino II, Il pennello da barba e La cabina 88 o 888 e Storia del Restauro dei Mosaici del Duomo di Monreale.
Angela Chiazza, nasce a Cianciana, un paesino dell’entroterra siciliano tra le falde dei monti Sicani e la Valplatani. Trasferitasi a Palermo, qui vive e lavora. Diplomata in Giornalismo e Radiofonia presso l’Istituto Superiore di Giornalismo – Università degli Studi di Palermo, ha frequentato il corso di scrittura per un progetto ideato dal Comune di Palermo e presso il laboratorio di scrittura LABE. Ha pubblicato racconti con diverse case editrici. “Delitto in pandemia” è edito dalla Genius Loci Onlus Palermo, una Associazione nata con il programma di valorizzare i beni culturali e le potenzialità creative del territorio.
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