Bordeaux e i suoi vini: alla scoperta delle cantine più famose al mondo
di Maria Mattina
Bordeaux e i suoi vini: un paradiso per gli appassionati e per i curiosi. Qui fare enoturismo è immergersi nella storia: i giri in cantina e le degustazioni fanno scoprire gli “chateau” più prestigiosi inclusi nella famosa lista voluta da Napoleone III nel 1855. E si va alla scoperta di zone vitivinicole conosciute in tutto il mondo: Médoc, Saint-Émilion, Pomerol, Sauternes. Ecco una guida tra storia e natura per un viaggio affascinante e …inebriante.
“Classé en 1855“: è la scritta che troverete sulle etichette più famose.
Cominciamo da queste parole, è la chiave per capire in pieno l’importanza di Bordeaux nella storia del vino francese (e quindi mondiale).
La classificazione delle cantine di cui parliamo è la più vecchia e la più importante di tutte, ma anche una storia molto intrigante che incrocia uomini, mercanti, produttori, re e tanto altro, ancora più e meglio di un romanzo. Contestata da molti ma immutabile, la classificazione 1855 è, di fatto, una hit parade dei vini degli châteaux del Médoc che già allora erano i più famosi e …costosi.
La data si riferisce all’esposizione universale di Parigi. Napoleone III vuole fare bella figura dopo la prima esposizione universale di Londra, andata in scena 4 anni prima. L’imperatore francese, per rendere migliore questa esposizione, indiretta espressione della grandezza francese, vuole introdurre il vino tra le eccellenze in mostra. Per questo chiede ai vari territori di classificare i rispettivi prodotti. A Bordeaux la Camera di commercio viene incaricata di stilare una classifica, basata esclusivamente sulla bontà dei vini prodotti dai vari châteaux. Ma oltre alla bontà, che è sempre difficile da certificare, entrarono in campo altri fattori. Costi di produzione e intrighi, quantità di bottiglie vendute e…amicizie di corte o direttamente con l’imperatore.
Tra pressioni e raccomandazioni, i vini furono classificati in ordine di importanza dal primo al quinto cru. Tutti i vini rossi sulla lista venivano in realtà dalla regione di Médoc, ad eccezione dello Château Haut-Brion di Graves, mentre i vini bianchi, allora d’importanza marginale, furono limitati alle varietà liquorose di Sauternes e Barsac, e classificati su meno livelli.
Pensate un po’: dal 1855 a oggi furono apportate unicamente due modifiche alla classificazione. Nel settembre 1856 il Cantemerle fu aggiunto al quinto cru, dal quale venne inizialmente escluso per ragioni ignote, mentre nel 1973 lo Château Mouton Rothschild ottenne di passare dal secondo al primo cru, si dice per pressioni arrivate direttamente dall’Eliseo.
Molti critici hanno contestato la classifica e provato a stilarne altre ma con scarso successo. Così come esistono classifiche di altre regioni vinicole della Francia ma niente di così prestigioso rispetto a potersi fregiare della scritta “Classé en 1855”.
In cima alla classifica c’è la top five dei migliori con vini preziosissimi. Sono i Premier Grand Cru Classé, praticamente l’Olimpo mondiale delle cantine:
– Château Lafite, ora Château Lafite Rothschild, Pauillac
– Château Latour, Pauillac
– Château Margaux, Margaux
– Haut-Brion, ora Château Haut-Brion, Pessac-Léognan, Graves
– Mouton, ora Château Mouton-Rothschild, Pauillac (come detto, elevato a rango di Premier Grand Cru Classé soltanto nel 1973)
E la località di Pauillac da sola ne ospita quindi ben tre. A seguire ci sono:
14 secondi Cru
14 terzi Cru
10 quarti Cru
18 quinti Cru
Ma tutti quanti si possono fregiare del titolo di Gran Cru Classé en 1855.
Per i vini bianchi (limitatamente a Sauternes e Barsac) la classifica 1855 prevede:
1 Premier Cru Supérieur
11 Premier Crus
15 Secondi Crus
L’unico Premier Cru superiore è lo Chateau d’Yquem, che quindi dall’alto di questo titolo con la sua produzione di Sauternes può fare praticamente il bello e il cattivo tempo e …i prezzi che vuole. Per dare un’idea, la bottiglia da 37 cl più a buon mercato parte in cantina da 250 euro.
Questo è l’ingresso dello Chateau d’Yquem, sembra un hotel 5 stelle…
Fuori da questa leggendaria lista, la classificazione del vino francese è simile a quella italiana: ci sono infatti i Vins de Table che corrispondono ai nostri vini da tavola, seguiti dai Vins de Pays, che devono essere di origine definita (i nostri IGT), dagli AOC (la nostrana DOC) e i VDQS che sono i vini di maggior pregio.
In conclusione, l’esposizione universale di Parigi aveva bisogno di una manovra di immagine importante dell’evento e l’idea fu trovata all’ultimo momento con una operazione di marketing dell’epoca. Una storia che serve a sottolineare cosa c’è dietro il vino: per la sua natura è tradizionalmente legato alla qualità, ma è anche uno strumento importante per la promozione dell’economia di un’intera nazione. Da allora Bordeaux è divenuta ancora di più una regione sinonimo di eccellenza e prestigio vinicolo in tutto il mondo.
La curiosita’: Napoleone III dopo la battaglia di Sedan (1870) fu esiliato a Londra, dal 1871, e pare che fu costretto a fare il commerciante di vini per mantenersi…
E torniamo a Bordeaux e dintorni. Delineata la storia dei “Grand cru classé en 1855” ecco un piccola guida nel caso voleste fare un tour di enoturismo e degustazioni nella zona.
Chiaramente l’obiettivo migliore è riuscire a visitare uno dei “Top 5”. Diffidate di offerte di agenzie on line, l’unico modo è compilare il modulo che c’è nei siti di questi prestigiosi chateaux (Château Lafite Rothschild, Pauillac; Château Latour, Pauillac; Château Margaux, Margaux; Château Haut-Brion, Pessac-Léognan, Graves; Château Mouton-Rothschild, Pauillac) e incrociare le dita in attesa di una risposta.
Passata la pandemia, le visite sono sì riprese ma arrivano richieste da tutto il mondo e se volete andare a luglio, agosto o durante la vendemmia bisogna cercare di prenotare almeno 5/6 mesi prima. Dopo l’attesa aspettatevi anche risposte inconsuete, come è capitato a noi, con appuntamenti alle …9 del mattino (l’orario migliore per cominciare a bere!).
Per cominciare un po’ di geografia: Bordeaux è al centro di un’area vinicola che non ha pari. Andando nelle varie direzioni, a circa 45 minuti-un’ora di auto dalla città si trovano zone conosciute (e invidiate) a livello internazionale da secoli.
Il Médoc
E’ la zona più prestigiosa: si trova a nord-ovest di Bordeaux, tra l’Oceano Atlantico e l’estuario della Gironda. Grazie a un microclima unico è il terreno fertile per i vini più pregiati al mondo. Insieme a Le Graves formano la Rive Gauche (della Gironda) bordolese. Il Médoc è suddiviso in due sottozone: il basso Médoc a nord e l’alto Médoc a sud. All’interno dell’Alto Médoc convivono 6 comuni ognuno con la propria AOC (la Doc italiana), 4 dei quali di grande qualità: St.-Estèphe, Pauillac, St.-Julien, Margaux. La gran parte dei vini Bordeaux rossi più pregiati al mondo sono prodotti all’interno di questi comuni.
I castelli (chateau sta per castello ma anche cantina in genere) che si incontrano lungo questo percorso enoico sono davvero impressionanti: da Château Margaux con il suo grande ingresso palladiano, il Pichon Baron con le sue torrette o il Palmer con il suo tetto in ferro con le bandiere delle nazionalità dei suoi proprietari. I terreni sono principalmente ghiaiosi e argillosi, ma più ci si avvicina all’Oceano più aumenta la percentuale sabbiosa. Le uve sono a bacca rossa per la stragrande maggioranza. I vitigni: Cabernet-Sauvignon, in misura minore Merlot e in piccola parte Cabernet Franc e Petit-Verdot. Questi quattro vitigni conferiscono grande robustezza, eleganza e raffinatezza ai vini del Médoc e li rendono tra i migliori e più longevi al mondo.
Saint Émilion
Andando invece a Est di Bordeaux si incontra questa zona vinicola con un delizioso paesino medievale al centro. E’ un vero e proprio gioiello, appollaiato su un promontorio roccioso e interamente circondato da vigneti. Sarete subito conquistati dagli edifici in pietra color miele e dalla vista dei tetti grazie ai continui saliscendi. La cittadina e i suoi vigneti sono Patrimonio dell’Umanità Unesco. Smarritevi tra i vicoli del borgo disseminati di wine shop fornitissimi, fate tappa in Place du Clocher per bere un altro calice, acquistare qualche cartolina e ammirare i tetti della città. Qui trovate anche l’ufficio del turismo. Ma dato che i cambi di prospettiva non mancano a Saint Émilion, se avete fiato, potete salite i 196 scalini del campanile dell’affascinante chiesa. Si può anche mangiare, come abbiamo fatto noi, nel Chiostro Les Cordeliers, un tempo era il secondo convento dei frati francescani del villaggio, oggi è sede di un’importante cantina con un fornito shop e un bar/ristorante. Non perdete i “macarons”, i dolci tipici di Saint Emilion.
Pomerol
Sempre a Est (si può visitare in giornata con Saint Emilion) c’è il Pomerol: è la più piccola area del bordolese con soli 800 ettari di vigna totali. Pomerol e Saint Èmilion sono le più importanti AOC della Rive Droite. I vini sono solo a bacca rossa in quanto in prevalenza a base di uve Merlot, alcuni per il 100%. Anche qui troviamo strade a costeggiare vigneti che si estendono a perdita d’occhio e gli Châteaux a completare il quadro. Gli Châteaux più importanti sono Pétrus e Le Pin, quest’ultimo vanta prezzi ancora più alti di Pétrus in quanto produce solo 8 mila bottiglie contro le quasi 40/50 mila di Pétrus. I vini del Pomerol come tutti i vini di Bordeaux sono pronti dopo tre anni dalla vendemmia, quanto alla longevità è garantita e possono essere bevuti anche dopo quaranta, cinquant’anni. Ma ci sono anche vini centenari. E c’è chi compra queste bottiglie come investimento.
Infine andando a Sud di Bordeaux si entra nel regno del Sauternes.
E’ una delle denominazioni di vino bianco dolce più celebri di Francia e del mondo. In realtà andrebbero chiamati vini muffati perché ottenuti grazie all’azione di un fungo, la Botrytis cinerea che popola il vigneto generalmente in settembre e in particolari condizioni climatiche origina la muffa nobile. Nelle cantine – vedi foto – ci sono pannelli esplicativi sulla lavorazione e su questo “miracolo” che trasforma le uve apparentemente rovinate dai parassiti in uno dei vini più celebri del mondo. La produzione di bottiglie è davvero limitata per queste ragioni e ogni anno la quantità di prodotto varia in base a come il fungo ha “attaccato” le vigne…
Sauternes è anche un piccolo paesino di 730 abitanti che merita una visita dopo le degustazioni nelle cantine.
Alcune foto degli chateaux che sono comunque un piacere per gli occhi, cominciando dal famoso Chateau Margaux che è nella top five “Premier Grand Cru Classé”.
E’ stato costruito e finito circa 200 anni fa, nel 1816. L’edificio d’architettura neoclassica è sicuramente il più importante (e il più bello) di tutto il Médoc.
Tanto per essere un attimo nazionalista, è bene ricordare che Chateau Margaux fu anche italiano, dal 1990 al 2003: Gianni Agnelli divenne socio di maggioranza (al 75%), fino alla sua morte, dopo aver pronunciato la celebre frase: investite in vino, mal che vada ve lo potrete bere. Il coraggio calcolato con gusto. Chateau Margaux resta nell’immaginario come il più seduttore tra i cinque Premier Grand Cru Classè ed è l’immagine simbolo di tutta la zona e anche del nostro viaggio.
L’altro super top di cui abbiamo accennato è lo Chateau d’Yquem. Per il Sauternes l’unico e solo Premier Grand Cru Supérieur nella classificazione del 1855, di cui ormai sapete tutto! La cantina è stata acquistata nel 1999 da LVMH, la multinazionale proprietaria di circa 70 marchi come Louis Vuitton, Christian Dior, Sephora, Tiffany…
In sostanza il più grande e famoso vino dolce del mondo. Qui la botrytis cresce come da nessun’altra parte e offre Sauternes assolutamente meravigliosi, con una sontuosità controllata e un potenziale di invecchiamento incredibile. Il luogo sembra uscito da una favola incantata.
Ed ecco altri chateaux meno famosi ma sempre nel cerchio magico dei cinque livelli dei “Cru classé nel 1855”:
Château Angelus a Saint Emilion
Château Beauregard a Pomerol
Château Beauséjour a Saint Emilion
Chateau Marquis de Terme a Margaux
Chateau Dauzac nell’Alto Médoc
E nel Sauternes lo Chateau Sigalas Rabaud
E dopo tanti chateaux, vigneti, botti e bottiglie ….c’è anche la città di Bordeaux! Nonostante i fumi dell’alcol, siamo riusciti a visitarla e merita molto. Cliccando qui trovate foto e un’altra guida di viaggio tutta da leggere.
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