Cantina Bonsignore: quando il vino è famiglia

Debora Greco
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di Maria Mattina

Perdonateci la battuta iniziale: Debora Greco, anima pulsante dell’azienda Bonsignore, è cresciuta a latte e vino. Sin da piccola, con la sua famiglia d’origine, ha conosciuto vigne e cantine, ha respirato mosti in fermentazione, profumi inebrianti, ha seguito tutte le tappe che trasformano i grappoli in vino, li ha visti diventare vini e bottiglie impolverate. Nelle sue vene è poi cresciuto il sogno di una cantina tutta sua, un luogo pieno di tanti significati che potesse diventare opportunità per i 3 figli, allora molto piccoli, Simone, Pietro e Carlo. Un luogo dove i ragazzi avessero, così come era stato per lei, l’opportunità di fare esperienza e crescere, con la consapevolezza del lavoro e della fatica che c’è dietro un progetto importante.

Grazie all’aiuto e al sostegno del suo compagno d’avventura e di vita, Luigi Bonsignore, affermato manager del mondo della consulenza, Debora si è così lanciata in questa avventura. Per costruire insieme il loro progetto di vita.

Luigi Bonsignore e Debora Greco

La ricerca di un vigneto che potesse andar bene è stato difficile, ma una volta trovato quello giusto è stato un colpo di fulmine per entrambi, anche perchè il terreno individuato aveva già una costruzione ed era a pochi passi dalla magnifica Valle dei Templi di Agrigento. “Ci siamo innamorati di questa tenuta e abbiamo iniziato a lavorare per rendere reale in nostro sogno: non solo le vigne, il vino ma anche la costruzione di una cantina con annesso relais”, afferma Debora Greco. La superficie totale, in contrada Giddio a Naro, conta 13 ettari di cui 7 vitati e impiantati a Nero d’Avola e Syrah, quasi quattro di Grillo e la restante parte che verrà impiantata a Chardonnay.

I vigneti si trovano a un’altitudine compresa fra i 300 e i 400 metri sul livello del mare. Vi è un baglio con una struttura del Settecento grande circa 900 metri quadrati. L’altra particolarità del luogo è la presenza di un lago che occupa circa mezzo ettaro che viene utilizzato per irrigare. La cantina si trova all’interno del percorso della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, in quell’areale vocato appunto alla coltivazione del Nero d’Avola e del Grillo. Gli obiettivi sono stati: promuovere il territorio, far crescere la visibilità dei vini che man mano venivano prodotti, la ricerca del bello e del buono che una vigna può offrire, con lo sguardo al futuro senza perdere di vista la tradizione.

Nel 2016 quando, dopo un breve periodo di affitto, si è formalizzato l’acquisto, si è anche provveduto ad effettuare la prima raccolta che ha permesso di ottenere la prima etichetta, il Cubburo 2016, un blend di Nero d’Avola e Syrah con passaggio per quasi 12 mesi in barriques francesi. Nella stessa vendemmia è stata avviata la conversione al biologico.

Nel 2019 è stata avviata la ristrutturazione dell’immobile di epoca settecentesca, dove è stata ricavata la bottaia, una sala degustazione e sei stanze de luxe per l’ospitalità (in fase di completamento).

Nel frattempo è stata ottenuta la certificazione bio, richiesta come da disciplinare tre anni prima, non appena messo piede in vigna, ancor prima di stipulare il regolare contratto d’acquisto. Quando si dice aver le idee chiare fin da principio!

Nel 2019 arriva la Medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles per il vino OI Grillo 2017 e quella d’Argento (sempre al Concours Mondial de Bruxelles) per il loro IO Nero D’Avola 2017, grazie anche alla sapiente cura e attenzione del loro consulente enologo Tonino Guzzo. L’azienda Bonsignore propone anche Wine Tasting, Picnic in Vigna e una particolare esperienza, Barocco & Wine, per coniugare il buon cibo e la visita guidata della città di Naro.

Abbiamo potuto provare 3 vini della loro cantina domenica 26 novembre all’interno del magnifico parco di Villa Airoldi durante il Golf Trophy del Golf Club Palermo Parco Airoldi.

OI, grillo 2022, da un vigneto giovane a circa 450 m.s.l.m.: questo vino fa 3 mesi di affinamento in acciaio ed è filtrato per decantazione. Giallo paglierino brillante, fruttato e minerale con un buon sentore agrumato, di buona sapidità e freschezza, mantiene una notevole persistenza aromatica.

Il Petricore 2021, la sua prima annata, fa un affinamento di 8 mesi in vasche d’acciaio e un ulteriore affinamento in bottiglia di 3 mesi prima della sua commercializzazione. Dal colore rosso rubino brillante, morbido e corposo, al naso regala note di mora, ribes, pepe nero e liquirizia, che si ritrovano al palato. Il tannino deciso ed elegante e una buona freschezza fanno ben sperare per una ottima possibilità di invecchiamento.

Infine, l’ultimo bicchiere è quello di Pietreasecco rosso riserva 2020, con un affinamento di 16 mesi in barrique di media tostatura di primo passaggio e ulteriori 8 mesi in bottiglia prima della sua commercializzazione. Dal colore rosso rubino intenso, presenta al primo impatto note olfattive terziarie, come frutta cotta e composta di frutti rossi. Una speziatura elegante si alterna alla aromaticità delle erbe spontanee tipiche della biodiversità del luogo. All’assaggio si evidenzia un tannino fine con una struttura molto elegante, con note di cioccolato e balsamiche, prugna e marmellata, dal finale molto lungo. La sua freschezza e la sua sapidità promettono grandi e possibili evoluzioni.

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