Vini Di Legami, tradizione e innovazione in bottiglia

Giuseppe Di Legami e Sebastiano Polinas
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di Maria Mattina

Giuseppe e Gabriella Di Legami, raccogliendo l’eredità di famiglia e 100 ettari di terreni hanno deciso nel 2007 di cominciare a produrre il loro vino e di imbottigliarlo. Metà vigneto, l’altra metà con alberi di ulivo e coltivata a grano, la loro era la classica azienda che si tramanda da padre in figlio. Grazie ad un’impronta moderna e alle nuove tecnologie hanno convertito le loro colture in biologico, per una produzione sostenibile e di qualità.

La loro storia affonda le radici nelle morbide colline dell’agro trapanese dove, in contrada Berlinghieri, si racconta da anni una tradizione che parla di passione per la natura e per il vino. L’incontro casuale durante gli studi di agraria a Torino di Giuseppe e di Sebastiano Polinas, divenuto in seguito anche il marito della sorella, ha chiuso il cerchio ed ha fatto sì che la loro cantina diventasse competitiva nel grande parterre di realtà enologiche siciliane.

Infatti Polinas, sardo di nascita e visionario per scelta, cultore della terra e delle sperimentazioni, è riuscito a riconoscere e assecondare le caratteristiche dei vitigni sia autoctoni che internazionali, valorizzando le qualità delle uve e dei territori. Le uve sono tutte raccolte manualmente e, oltre a seguire il protocollo bio, si cerca pure di utilizzare il metodo biodinamico quando possibile, perchè ciò che i nostri nonni facevano per tradizione si è rivelato scientificamente che avesse una reale validità. Inoltre i loro vini sono sempre monovarietali, per esprimere con forza l’identità del vitigno.

Il Berliz grillo, metodo Charmat

Tra le loro etichette un metodo Charmat e un metodo Classico, che passa dai 36 ai 42 (in alcuni casi 44 e il nuovo progetto prevede addirittura 60!) mesi sui lieviti. Abbiamo provato il millesimato 2018 extra brut, espressione di un’annata non splendida, perchè troppo piovosa, ma che al bicchiere manifesta una eleganza e aderenza al vitigno da cui è prodotto, il Grillo, degno di nota.

Metodo classico

Altro vino che merita una nota è il loro Berlinghieri, dal nome della contrada dove si coltiva, vinificato sia in rosso che nella versione rosata, da uve Perricone, un vitigno autoctono indomito e sfaccettato, spesso poco valutato dai vignaioli siciliani per la sua difficoltà di utilizzo, ma che coltivato e raccolto nel giusto modo regala tutto il corredo di profumi e gusti propri del vitigno. Detta anche “pignatello”, è un’uva che trova le sue origini proprio nel Trapanese, ma la sua coltivazione, che nel secolo scorso era molto abbondante, si è ridotta notevolmente per le difficoltà di utilizzo in cantina: si tratta di uve non facilmente “addomesticabili”.

Perricone

Dopo un passaggio di 16 mesi in tonneau francesi, il vino rivela sentori di ciliegia selvatica e spezie, colore rubino profondo e un gusto sapido e pieno che spiccano in una bottiglia giovane; dopo la sua evoluzione in bottiglia evolve e amplia la propria complessità e ammorbidisce i tannini presenti. Con etichetta Berlinghieri si produce anche il loro Grillo DOC, con vigne messe a dimora a 250 metri sul livello del mare, un vino luminoso e di grande freschezza che esprime il suo potenziale anche oltre un anno dopo la vendemmia, e che contiene un basso tenore di solfiti.

Grillo

L’unico vino bianco prodotto da uve internazionali dall’azienda Di Legami è lo Chardonnay, le cui uve vengono vendemmiate nella prima metà di agosto e rimangono lungamente ad affinare sulle feccie per regalare al vino un profilo complesso, in grado di evolversi col tempo. Un bianco dalle raffinate note di frutta e vaniglia che pur ricordando lo stile dei cugini di Borgogna, rappresenta con eleganza il territorio dal cui proviene.

L’altra contrada dove la famiglia Di Legami possiede dei vigneti è Zafanara e questo è il nome delle altre etichette della cantina. A cominciare dall’inzolia, un vitigno autoctono che regala al naso generosi profumi di zagara e pesca e al palato freschezza e sapidità non indifferenti.

Inzolia

Il Nero d’Avola Zafanara, le cui uve non subiscono irrigazioni artificiali, rimane in acciaio un anno e continua il suo affinamento 3 mesi in bottiglia, dimostrando tutto il suo carattere robusto e persistente, ma mai eccessivo, con un colore rosso intenso che ricorda i frutti di ciliegia e more i cui profumi si sviluppano al naso. Di sicuro potenziamento evolutivo, già apprezzabile in gioventù, dopo un paio di anni regala note di liquirizia e cioccolato e un gusto morbido e vellutato.

Nero d’Avola

Con l’etichetta Zafarana l’azienda imbottiglia anche un Syrah (Terre Siciliane I.G.P), un rosso intenso e piacevole, dove la frutta rossa si mescola alle note speziate, intenso, piacevole e dal finale sobriamente vanigliato e una Inzolia, che regala generosi profumi di pesca appena raccolta e zagara, di buona freschezza e sapidità.

Syrah

La cantina trapanese in partnership con Vinup.it (quotidiano nazionale sul mondo del vino) è la promotrice della gara stableford di 3 categorie intitolata “Di Legami Golf Trophy”, che ha visto la prima gara sul green del Parco di Villa Airoldi Golf Club sabato 14 ottobre; nella stessa giornata Di Legami ha presentato in una degustazione condotta dal sommelier Luigi Salvo i propri vini.

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