A Porticello “La Strummula”, il ristorante di Santino Corso

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di Maria Mattina

“La Sicilia è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull’Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato. Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso”. In questa frase di Luigi Pirandello c’è tutto il suo amore per la nostra Isola ma anche la sua passione turistica per le bellezze siciliane e il mare: una delle località vacanziere che il famoso scrittore agrigentino apprezzava era Porticello. E c’è un documento ufficiale che attesta il suo soggiorno sul lungomare di quella che oggi è una frazione del Comune di Santa Flavia nota per il panorama spettacolare e il pesce freschissimo.

La sala


Decenni dopo, l’antica dimora di un cugino di Pirandello che ospitava d’estate lo scrittore – e che probabilmente lo ha ispirato per alcune delle sue opere – è stata trasformata e rinnovata e ha preso il nome di “Borgo di Ciàula”, in omaggio a “Ciàula scopre la luna”, titolo della novella pirandelliana. Non solo, ma anche le nove camere dell’hotel (4 stelle) hanno ciascuna il nome di una novella.
Se avete visto da poco il bel film “La Stranezza” di Roberto Andò, con Toni Servillo e Ficarra e Picone, potete facilmente immaginare Pirandello col suo pizzetto bianco in giro per questi affascinanti locali d’altri tempi.
Durante le fasi di ristrutturazione, sono stati preservati gli elementi decorativi originali (pavimenti in cementina, granito e maioliche) che rendono l’ambiente originale e raffinato. Il Borgo di Ciàula è stato anche scelto come location per il film Baarìa di Giuseppe Tornatore per ricreare alcune ambientazioni della Bagheria degli anni ‘30 e ‘40.
All’interno di questa struttura, si trova “La Strummula”, il nuovo ristorante dello chef Santino Corso che dallo scorso aprile 2022 si è unito alla sfida di due amici imprenditori. Il ristorante è destinato agli ospiti del “Borgo di Ciàula” ma è aperto anche all’esterno (preferibile prenotare) e ha attirato in questi mesi l’attenzione della clientela appassionata a una cucina gourmet, attenta alla tradizione siciliana ma con la capacità di rivisitare i nostri piatti storici.
Oltre alla scelta alla carta, “La Strummula” propone tre menù degustazione: Genesi, Ricerca e Sviluppo e quello vegetariano. “La Strummula” è un termine dialettale che indica il gioco della trottola ed è a tutti gli effetti uno dei simboli della tradizione siciliana: un giocattolo di legno nel quale viene inserito un pezzo di ferro appuntito con una corda. I bambini si divertivano a giocare e sfidarsi con le loro “strummule” colorate, un gesto semplice che ha sempre regalato momenti di gioia e spensieratezza.


Lo chef Corso ha voluto dare questo nome al ristorante, prendendo spunto da un suo famoso piatto (presente nei menù), un dolce in cui la corda della trottola è rappresentata da uno “spaghetto” di pistacchio arrotolato: una bontà sopraffina, provare per credere. “La Strummula”, insieme ad altre creazioni, è stato anche il piatto che ha fruttato a Corso, classe ’88, il titolo nel 2017 di “Miglior Chef Under 30”. Nel suo passato esperienze a Londra e al Charleston di Mondello, l’anno scorso il debutto in questo suo locale che sta conquistando notorietà a grandi passi.

Ingresso dell’hotel

Protagonisti dei piatti sono  prodotti genuini e a km zero, come – ovviamente – il pesce fresco acquistato direttamente dai pescatori locali o i prodotti naturali dell’orto, di cui si occupa personalmente lo chef. Scelte che denotano un amore e un rispetto importanti verso la terra e il mare siciliano, con una particolare attenzione alla stagionalità.

E conclude lo chef: “La mia filosofia di cucina mira a classificare la diversità della Sicilia attraverso la letteratura, il mare, i contadini, i mercati, la storia e le radici gastronomiche. I processi di studio, confronto e ricerca delle ricette tradizionali si traducono nello stile del ristorante, ispirato alla tradizione e rinnovato grazie all’apporto dell’intera filiera.”

Abbiamo provato il menù Genesi (6 portate). Ecco le foto

Amuse bouche
Il mare all’insalata
Cubo…nata
I bottoni
Ricciola
La strummula
Verdello
Piccola pasticceria
Lo chef Santino Corso e la giornalista Maria Mattina
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