Ad Agrigento Diodoros e Valle dei templi puntano sul turismo enogastronomico
Agrigento punta sul turismo culturale ed enogastronomico. Per attrarre non solo i visitatori affascinati dall’archeologia e dell’arte, ma anche – con il progetto Diodoros del Parco della Valle dei Templi – gli appassionati di enoturismo e oleoturismo.
In un mondo che va sempre più di corsa, dove la stanchezza e lo stress alienano tutti, circondati da guerre e notizie funeste, cosa c’è di meglio di poter decidere di staccare la spina e rigenerarsi lontano da tutto? Può bastare per rilassarsi andare in una cantina con un buon bicchiere di vino in mano, ascoltando direttamente dai produttori le varie fasi di preparazione. Oppure in un frantoio, scoprendo come riconoscere un olio di qualità e assaporando prodotti semplici e allo stesso tempo eccezionali che provengono dai terreni del Parco archeologico più grande d’Europa (se non pure dell’intero pianeta).
Al Museo Archeologico Griffo nei giorni scorsi si è tenuta una due-giorni per parlare di tutto ciò e per presentare il Report del turismo enogastronomico realizzato da Roberta Garibaldi, tra i massimi esperti della materia e amministratore delegato di Enit (l’Agenzia nazionale del Turismo). Il dato che viene fuori è che questo è il segmento di vacanze meno colpito dalla pandemia.
Il rapporto (dati 2021) afferma che la Sicilia, seguita da Emilia Romagna e Campania, sono le regioni più interessanti per i turisti che vogliono avere esperienze gastronomiche di qualità.
E i dati del 2022 premiano i nostri prodotti migliori, come l’olio e le Strade del vino e dei sapori. I turisti sono sempre più interessati a conoscere, assaggiare, gustare le nostre eccellenze, soprattutto direttamente nelle aziende che le producono, trasformando così il loro viaggio in una esperienza sensoriale completa.
Il rapporto è una fotografia aggiornata annualmente dell’intero ecosistema del turismo enogastronomico italiano: dalle produzioni al top all’offerta ristorativa, dagli agriturismi ai musei del gusto, passando per le aziende di produzione e le Strade del vino e dei sapori.
La Sicilia si colloca al quinto posto per quanto riguarda le prenotazioni online di proposte a tema enogastronomico, come degustazioni e tour in cantina o corsi di cucina, ma un aspetto che attira tantissimo i turisti è il nostro street food, il caratteristico cibo di strada che riscuote uno straordinario successo da parte dei turisti nei centri storici di città come Palermo, Catania e Trapani. E che non manca certo nelle altre località dell’Isola.
Ai lavori hanno partecipato il direttore del Parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta e Fabio Gulotta, concessionario del marchio Diodoros. Relatori Roberta Garibaldi, Paolo Morbidoni (presidente delle Strade del vino, olio e sapori); Antonio Balenzato (Associazione nazionale Città dell’olio) e Letizia Casuccio (direttore CoopCulture).
Diodoros, il progetto del Parco Archeologico Valle dei Templi che racchiude sotto lo stesso nome le eccellenze del territorio che nascono e crescono nell’area Patrimonio nell’Umanità e che raccontano una storia millenaria, si propone, dunque, come nuovo attrattore turistico. Una calamita per un turista sempre più interessato al mondo della enogastronomia e che trova nei prodotti Diodoros l’eccellenza e la tipicità del territorio intrecciate con la storia del Parco.
“Diodoros – affermano il direttore del Parco Archeologico, Roberto Sciarratta e il concessionario Diodoros, Fabio Gulotta – è un modo per vivere la Valle senza tralasciare la storia archeologica, ma arricchendola di sapori e saperi”.
I prodotti Diodoros sono: l’olio pregiato, un blend piccante di Ogliarola messinese e Biancolilla con sentori di campo, i capperi spontanei, piccini e profumati; le mandorle colme di proprietà benefiche, oltre 250 cultivar diverse che sposano i cugini pistacchi; il miele da ape nera sicula; e il vino della Valle, un rosso affinato in barile, blend IGT da Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio coltivati ai piedi del tempio di Giunone e affinato in rovere; gli agrumi che danno succhi profumati, ma anche bucce candite e polveri che insaporiscono i piatti; i fichi d’India dolcissimi che un domani presteranno i fiori alle tisane. E i profumi, tantissimi, ci si immerge nel rosmarino, nel timo, poi alloro, salvia, origano, peperoncino, per arrivare ai legumi antichi che ormai si ricordano solo i nostri nonni. Un vero “paniere” enogastronomico che accoglie anche un formaggio di latte di capra girgentana e caglio vegetale di carciofo, il Cynara che porta il nome di una ninfa delicata; e una tavoletta di cioccolato modicano che incontra l’olio e le foglie di alloro Diodoros e porterà il marchio Valle dei Templi.
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