Grapparosa, la novità 2022 di Porta del Vento

Marco Sferlazzo
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di Maria Mattina

Se vi capita di andare a Camporeale, un paese in provincia di Palermo, salite sulla collina che lo sovrasta e guardatevi intorno: vi sembrerà di stare sul tetto del mondo. Da lì lo sguardo spazia a 360 gradi tutto intorno. Ed è veramente un belvedere. E’ esattamente per questo motivo che, quando nel 2005 Marco Sferlazzo vide questo panorama, decise di acquistare la vigna di Catarratto ad alberello che l’anziano proprietario precedente vi aveva impiantato.

Marco Sferlazzo è farmacista di professione e vignaiolo per passione. Da piccolo vedeva il nonno lavorare la vigna (la sua famiglia è originaria di Mazara Del Vallo) e ne rimase abbagliato. Da sempre il suo desiderio è stato quello di poter produrre vino, avendo cura del terreno e della vigna ed utilizzando pratiche biologiche, biodinamiche e naturali per salvaguardare l’ambiente e ciò che questo produce.

Dal 2005 ha acquistato in tutto 18 ettari di terreno, divisi in 4 vigneti, tutti molto vicini e quindi in zona collinare, con circa 4000 piante per ettaro (contro i 12-13.000 consueti), aumentando la qualità del prodotto a discapito della quantità.

La sua passione lo ha portato sin da ragazzo a fare sperimentazioni (anche nel garage sotto casa!) e a provare a produrre anche il metodo classico: “Non era commercializzabile, l’ho utilizzato tutto per brindare alla festa del mio 30° compleanno!”, commenta.

La sua azienda, Porta del Vento, prende il nome proprio dal primo vigneto acquistato, in una zona molto ventosa e con una buona escursione termica. La sua scelta è stata quella di utilizzare ogni particella di vigneto (abbiamo gìà detto che sono 4: Catarratto, Grillo, Nero d’Avola e Perricone) per la produzione di singole uve in modo da ottimizzare la coltivazione e quindi il prodotto finale.

Da spirito curioso e un po’ come un alchimista, nel 2010 Sferlazzo decide di produrre la sua prima grappa, affidando le sue vinacce già fermentate ad una distilleria di Vicenza, la Brunello. Decide che è una bella esperienza, ma che forse è troppo presto per lanciarsi in questo campo. Si dedica quindi con maggiore impegno all’azienda che mantiene sempre una produzione artigianale (solo 6 dipendenti).

Intanto il tempo passa e la curiosità non scema. Nel 2018 nella distilleria Giovi di Messina, con alambicco manuale e discontinuo, viene prodotta una grappa da vinacce di Perricone che, dopo un affinamento di due anni in acciaio, viene di nuovo a contatto con vinacce fresche dello stesso vitigno (ma Sferlazzo non vi dirà mai le proporzioni e il tempo necessario!).

Ed ecco che nasce la prima “Grapparosa”, che è stata presentata per la prima volta pochi giorni fa, durante le lezioni del corso tenutosi per la sezione Anag Alcamo-Castellammare per aspiranti degustatori.

L’Anag è l’associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti, nata il 29 settembre 1978 presso la Camera di Commercio di Asti e oggi è attiva e presente in 12 regioni attraverso gli Organismi Territoriali Periferici (Otp): Toscana, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia (che comprende anche Calabria e Puglia), Trentino Alto Adige, Umbria (che comprende anche Marche), Valle d’Aosta e Veneto.

Giuseppe Di Marco

Da oltre venti anni l’Anag opera in Sicilia con lo scopo di diffondere la conoscenza della grappa e delle acquaviti di buona qualità e di divulgare l’arte dell’assaggio dal punto di vista tecnico e pratico. Organizza corsi specifici per appassionati, consumatori e per chi gestisce locali e ristoranti. Il responsabile per l’Otp Castellammare del Golfo- Alcamo, Giuseppe di Marco, sempre attento alle novità, soprattutto del territorio locale, ha molto apprezzato la novità della grappa rosa: è una grappa elegante e ricca di profumi, che sicuramente pùò trovare molti estimatori, anche tra il pubblico femminile.

Marco Sferlazzo però non si ferma: è un vulcano di idee e promette l’uscita nel 2023 di un’altra grappa. La novità assoluta sarà la grappa orange, per la quale utilizza vinacce di Catarratto macerato sulle bucce: si ottiene dopo un anno di affinamento e l’infusione sulle vinacce fresche.

Da sempre produttore di vini naturali e artigianali di ottima qualità, Sferlazzo non si è mai posto il problema delle mode e delle richieste del pubblico. La sua è una filosofia di vita: lo scopo è quello di ottenere vini unici, utilizzando solo i lieviti naturali della vigna. La sua produzione biodinamica, biologica e naturale ha infatti anticipato i tempi delle mode. Nel 2008 – racconta – in questo campo c’erano solo lui e altri due pionieri siciliani come lui.

L’inizio è stato molto difficile, perché ha dovuto lottare contro la mancata conoscenza del prodotto da parte del pubblico. Due anni dopo la prima vendemmia, ecco la svolta, con la produzione interamente venduta in Giappone. Poi il mercato si è allargato agli USA, al Nord Europa, in Francia (il suo vino è presente in hotel a 5 stelle e in ristoranti stellati della capitale).

L’azienda è già seguita anche dal figlio, Marco jr. Insieme stanno realizzando una nuova cantina per ampliare l’attuale struttura. Il progetto prevede una ampia vetrata sul panorama mozzafiato e un paio di camere per l’ospitalità.

“La mia emotività e la mia testardaggine mi hanno consentito di portare avanti tutto questo – conclude il produttore -. Non cambierei nulla di quello che ho fatto, anzi lo rifarei di nuovo. Desideri dentro il cassetto? Rifare tutto, dall’inizio, ma da un’altra parte. Con la maturità e la consapevolezza di 15 anni di esperienza”.

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