Sicilia: prima regione per viticoltura biologica
Oggi la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico e le parole chiave del sistema del vino siciliano sono sostenibilità e rispetto dell’ambiente.
In Sicilia, lo scorso anno sono state prodotte oltre 90 milioni di bottiglie DOC Sicilia, ben 64 milioni nei primi 8 mesi di quest’anno che rappresentano il grande e certosino lavoro dei quasi 8 mila produttori a cui il Consorzio offre quotidianamente supporto.
Da sempre, la Sicilia rappresenta il crocevia tra Europa, Africa e Medio Oriente: ogni bottiglia offre un’esperienza globale, figlia anche di una eterogeneità territoriale che non esiste altrove, in grado di evocare un ricco mosaico di cultura, natura e sapori.
Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia, in Europa ha la stessa estensione dell’vigneto tedesco e nel mondo misura tre volte il vigneto della Nuova Zelanda, superando addirittura quello sudafricano.
“La Sicilia è oggi la prima regione per viticoltura biologica – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – un territorio che ha identificato nella sostenibilità e nel rispetto per l’ambiente le parole chiave del sistema vitivinicolo siciliano. Una regione che per prima ha saputo sviluppare un protocollo integrato di sostenibilità che nasce dal basso, dalle esigenze dei produttori e per i produttori. Oggi il settore è sempre più consapevole che solo assumendosi la responsabilità di rispettare la natura e le sue bellezze sarà possibile produrre un vino sempre più ricco di valore e qualità. La sostenibilità è dunque più che mai la chiave per guardare al futuro del vino siciliano e in particolare del brand Sicilia DOC.
“In nome della sostenibilità – conclude Antonio Rallo – ci attende un percorso che sarà ancora lungo e impegnativo, ma ormai imprescindibile per il futuro del nostro territorio. Un cammino che sarà di ispirazione per le prossime generazioni e che permetterà di consegnare a chi verrà dopo di noi un territorio integro, vivo e capace di restituire, nei prodotti che nascono dalla sua terra, quell’unico e introvabile mix di fattori che fanno della Sicilia l’isola del Mediterraneo tra le più apprezzate al mondo”.
Custodire il “Vigneto Sicilia”, produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’identità varietale e l’integrità sanitaria, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani: sono questi gli obiettivi del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”.
“Da sempre la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato – dichiara il presidente Antonio Rallo –. Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte, che ringrazio per la collaborazione e supporto. Ogni giorno lavoriamo per comunicare al meglio il sistema ‘Sicilia Doc’ come produttore di eccellenza dei vini contemporanei, a fianco dei nostri produttori e delle nostre aziende così che possano essere sempre più competitive sui mercati di riferimento”.
“La sostenibilità – afferma Alberto Tasca, presidente di Fondazione SOStain Sicilia – è la nostra bussola; significa misurare l’impatto delle nostre azioni e condividere i risultati, avendo tutti un unico obiettivo: il Bene Comune. SOStain è un programma olistico che non si limita solo alla cura del suolo attraverso buone pratiche agricole, ma prende in considerazione anche la sostenibilità sociale ed economica e si basa fortemente sullo scambio tra le aziende, così come sul confronto tra aziende e comunità scientifica. Parlare oggi di sostenibilità significa pensare a un radicale cambio di mentalità per le aziende e per tutte le organizzazioni, non soltanto per le imprese agricole o vitivinicole. Significa acquisire consapevolezza che non esiste una contraddizione tra antropocentrismo ed eco-centrismo perché la difesa dei diritti della Natura coincide con quella della vita dell’uomo. Essere ‘sostenibili’ implica dunque la necessità di un passo avanti, mosso da un cambiamento culturale, del comparto enologico siciliano: un passo che conduca a una nuova consapevolezza, al riconoscimento degli enormi benefici che la sostenibilità porta con sé e a un sistema decisionale veloce, in grado rispondere prontamente alle quotidiane problematiche di ogni impresa”.
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