Mi “Shalai”. Ho fatto un’esperienza molto bella
di Maria Mattina
A Linguaglossa, piccolo centro ai piedi del versante nord dell’Etna, puoi trovarti quasi per caso a varcare la soglia di un affascinante palazzo dei primi dell’Ottocento, nascosto agli occhi dei passanti. Fu precedentemente sede di importanti funzioni pubbliche, quindi residenza signorile, abbandonato totalmente dalla seconda metà del secolo scorso e – dopo una attenta e scrupolosa ristrutturazione ad opera della famiglia Pennisi che lo ha riportato agli antichi splendori – dal maggio 2009 trasformato in uno splendido resort di charme con ristorante (stellato!) annesso.
Il nome è tutto un programma: “Shalai”, un termine che molto probabilmente proviene dalla lingua araba. I siciliani utilizzano questa espressione quando vogliono far saper che hanno fatto qualcosa di bello: “Mi scialai”.
La struttura, che comprende il ristorante, un hotel di tredici raffinate camere e un funzionale e completo centro benessere, è il frutto brillante della lungimiranza e dell’audacia imprenditoriale della famiglia Pennisi.
«Quella dello Shalai è una storia di follia, di coraggio della mia famiglia e di sfida al territorio che ci circonda – racconta Luciano Pennisi, curatore dell’amministrazione dell’hotel – All’inizio è stata dura perché nessuno pensava che si potesse fare ospitalità ad alti livelli sull’Etna, erano tutti scettici. Dal giorno dell’inaugurazione, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo sempre lavorato con caparbietà, volontà e attenzione, non cercando mai scorciatoie e credendo fermamente nella qualità del nostro prodotto. Oggi possiamo dire che la scelta è stata vincente, ma lo sforzo degli inizi è stato enorme, sia morale e fisico che economico».
«L’anno precedente l’assegnazione della stella, avevamo cominciato ad avere una percezione della nostra nuova notorietà – dice Leonardo Pennisi, cugino di Luciano e responsabile della gestione del ristorante e della cantina – A poco a poco eravamo diventati un punto di riferimento per tutti i produttori locali, il riconoscimento della Michelin per noi è stata ragione di grande soddisfazione e ci ha dato lo stimolo per andare avanti».
La fortuna del ristorante è stata quella di investire sul territorio e su un giovanissimo chef, Giovanni Santoro, nato a Linguaglossa, che dopo tanti giri ed esperienze, è ritornato a vivere nel suo paese.
“Nessuno credeva in me e nelle mie possibilità, anzi siamo stati definiti dei pazzi visionari che non avrebbero mai raggiunto nessun obiettivo” ci racconta Santoro “Ma con la caparbietà mia e della proprietà non ci siamo mai arresi, anzi abbiamo utilizzato le critiche per cercare di ottenere ancora di più. Il tempo ci ha dato ragione”.
Prima di lavorare al ristorante del resort Shalai della famiglia Pennisi, ottenendo nel 2015 la Stella Michelin, Giovanni Santoro ha cominciato i suoi ‘giri’ tra Abruzzo, Lazio ed Emilia Romagna. Sin quando non ha deciso di rientrare in Sicilia alla corte di Pino Cuttaia. L’incontro con la famiglia Pennisi è stato poi determinante tanto da diventare l’Executive Chef di Shalai.
Materie prime accuratamente selezionate, accostamenti mai eccessivi, evoluzione della stagionalità e anni di ricerca fanno dell’esperienza gastronomica del ristorante Shalai una esplosione di gusto e di armonia.
Il meraviglioso padrone di casa, Leonardo Pennisi, si muove tra i tavoli come se si fosse tra amici di vecchia data, facendoti sentire subito a casa, riuscendo a ricordare ed ad assecondare i desideri e i gusti degli ospiti con grande maestria e savoir faire. Ottima la proposta di vini italiani e pregiate bollicine d’oltralpe. Ma in primo piano ci sono i vini etnei per raccontare il territorio e l’eccezionale terroir di quella zona. “Un sogno nel cassetto? – conclude lo chef Santoro – C’era ed è stato realizzato con la stella. Sono tornato nel mio paese per questa sfida e ora posso dire di avercela fatta, nonostante lo scetticismo di molti. Adesso si tratta di conservare questo riconoscimento e puntare sempre più sulla qualità e sulle nostre eccellenze”.
Abbiamo provato il menù degustazione di pesce.
Una versione originale della più classica aglio, olio e peperoncino
Una zuppetta deliziosa!
Un ottimo piatto che valorizza in pieno un pesce della tradizione siciliana
La piacevole sorpresa di trovare come pre-dessert un piatto di spaghetti. Cosa c’entra? penserete voi; fidatevi, era il piatto giusto al momento giusto
Un classico sempre gradito
Piccola pasticceria per concludere
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