«Ducrot – Palermo: qualità e profitto nella produzione industriale di mobili e arredi»

Villa Igiea - Sala degli specchi
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Intitolata «Ducrot – Palermo: qualità e profitto nella produzione industriale di mobili e arredi» la mostra che si terrà a Palermo dal 9 al 19 novembre 2017 ai Cantieri Culturali alla Zisa (Ridotto del Cinema De Seta, via Paolo Gili) per la prima volta dalla chiusura delle Officine Ducrot, avvenuta nel 1970, propone una documentazione, sia pure selettiva, dell’intero arco storico di attività del celebre mobilificio palermitano, riportando proprio in quelli che furono i luoghi della produzione (il cui comparto scampato alla demolizione ospita oggi i Cantieri Culturali alla Zisa) una parte del suo materiale d’archivio (acquistato dalla Facoltà di Architettura di Palermo all’asta fallimentare del 1971 quasi integralmente).

Curata da Eliana Mauro, Carla Quartarone, Ettore Sessa, Maria Antonietta Calì e Vincenza Maggiore la manifestazione espositiva sulla storia della ditta Ducrot si è avvalsa per le ricerche, per l’ordinamento e per l’allestimento (oltre che della collaborazione di Daniela Brignone), di una compagine di studiosi della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e di studiosi in Storia dell’Architettura, in Storia dell’Arte e in Rappresentazione, impegnatasi in lunghe fasi di ricerca presso archivi, pubblici e privati, e soprattutto presso le Collezioni Scientifiche del Dipartimento di Architettura, Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Palermo.

La mostra, promossa nell’ambito della manifestazione annuale «I-Design» dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo (che oggi conserva l’Archivio Ducrot nelle sue Collezioni Scientifiche, inserite nel Sistema Museale di Ateneo), si compone di una sezione di documenti della produzione, del periodo compreso fra il 1899 e il 1939, di mobili e di arredamenti completi (con oltre cento fotografie, ognuna delle quali montate su supporti di cartone recanti il timbro Ducrot e, nel verso, indicazioni manoscritte sulle caratteristiche tecniche e sui costi dei soggetti riprodotti) e di una sezione storico-analitica che illustra tramite 14 tavole tematiche la storia del mobilificio palermitano dal 1891 al 1970, con l’individuazione per la prima volta di un nucleo di produzione appartenente al primo periodo dell’impresa, quando opera come «Carlo Golia & C.», e con la distinzione della fase ad esclusiva conduzione palermitana sotto la guida di Vittorio Ducrot, fino al 1939, da quella successiva, fino al 1970, caratterizzata dal trasferimento della direzione amministrativa (e quindi delle scelte aziendali) a Genova e del mantenimento delle officine di produzione e dell’ufficio tecnico di progettazione a Palermo. Le tematiche della sezione storico-analitica, oltre al regesto cronologico e alle schede storico critiche sull’impresa e su Vittorio Ducrot (con relativi corredi iconografici), riguardano: i luoghi e i sistemi di produzione di una industria d’eccellenza; le origini dell’impresa (quando opera con l’etichetta «Carlo Golia & C.»); la produzione per il mercato, gli allestimenti per esposizioni (di inizio novecento) e la realizzazione di arredamenti per committenze specifiche (private e pubbliche) del periodo fino al 1939; l’attività dell’impresa Ducrot nel periodo della ricostruzione post bellica e nel periodo del miracolo economico; la produzione di arredi navali dall’ultima stagione della Belle Époque fino alla chiusura dell’attività produttiva; le collaborazioni degli artisti nella realizzazione degli arredi navali.

Attiva con l’etichetta «Ducrot – Palermo» fin dall’inizio del XX secolo, l’impresa operava già da due decenni come ditta «Carlo Golia & C.». Rifondata su basi industriali da Vittorio Ducrot (figliastro di Carlo Golia) già alla fine del XIX secolo, l’impresa palermitana fu fra le prime industrie in Europa, nel settore dei mobili e degli arredamenti completi, a perseguire una mediazione fra profitto e ricerca artistica (sia pure solo in determinati periodi della sua storia). Il definitivo salto di qualità nell’organizzazione produttiva si verifica nel biennio 1902-03 anche in seguito all’assunzione da parte di Ernesto Basile del ruolo di Direttore Artistico della produzione. Il mobilificio Ducrot riuscì ad imporsi anche sul mercato internazionale sia con la produzione di mobili e arredi completi di qualità sia con la realizzazione di arredi e decorazioni per gli interni di grandi alberghi (fra cui il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo), sedi istituzionali (fra cui le diverse sedi della Cassa di Risparmio e gli interni del Palazzo dell’Aula dei Deputati a Montecitorio), transatlantici (fra cui la motonave Victoria e il transatlantico Rex), prestigiose residenze (fra cui quelle dei Florio) ed esclusivi locali pubblici (fra cui il celebre Cafè Faraglia a Roma). Significativo dell’orientamento culturale modernista ed anche della strategia commerciale di Vittorio Ducrot è il coinvolgimento per particolari settori della produzione di mobili e di arredi, anche se limitatamente alla prima decade del XX scolo, di artisti, attivi in Sicilia, soliti collaborare con Basile, come Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani, Luigi Di Giovanni, Giuseppe Enea, Gaetano Geraci, Salvatore Gregorietti e Antonio Ugo.

Basile avrà parte attiva anche nella creazione di un vero e proprio Ufficio Tecnico nel quale, tra gli altri, gli succederanno (a diverso titolo) Giuseppe Capitò (con ruolo dirigenziale) e, negli anni fra le due guerre mondiali, Giuseppe Spatrisano e Vittorio Corona (e in genere suoi allievi della Regia Scuola per Ingegneri o del Regio Istituto di Belle Arti). Ridotta nel 1936 di ben due terzi la superficie degli stabilimenti di via Paolo Gili, per impiantarvi le officine e gli uffici direzionali e tecnici della nuova Società Anonima Aeronautica Sicula (S.A.A.S.) che V. Ducrot fonda con G.B. Caproni (rilanciando quell’attività produttiva in ambito aeronautico che, sia pure nel solo settore dell’industria bellica, aveva attestato la versatilità dell’impresa Ducrot con la riuscita costruzione degli scafi e delle dotazioni lignee per il volo degli idrovolanti caccia-bombardieri per i governi francese, inglese ed italiano durante il primo conflitto mondiale) il mobilificio viene rilevato nel 1939 da un gruppo finanziario guidato da Tiziano De Bonis (già titolare di un’impresa dell’indotto ligure della ditta Ducrot). Nei venticinque anni di attività successivi alla fine della seconda guerra mondiale la Società Ducrot continuerà ad avvalersi di qualificati progettisti palermitani e non e della collaborazione di artisti di primo piano (fra cui Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Mario Mafai e Edgardo Mannucci), ma non perseguirà più un’originale politica culturale; a meno degli arredi firmati (e di quelli relativi a commesse impegnative, fra cui quelle navali, quelle di importanti sedi istituzionali o quelle degli istituti di credito), nell’ultima stagione di attività il mobilificio Ducrot si limiterà a registrare, talvolta con successo, i nuovi orientamenti del gusto internazionale, senza tuttavia rinunciare ad un tipo di produzione corrente per il mercato di fin troppo facile presa su un’utenza sempre più proiettata verso modelli comportamentali convenzionali.

Obiettivo della mostra, oltre a quello di documentare un pezzo di storia di Palermo per certi versi ancora da indagare (e in particolare un aspetto di quella propositività imprenditoriale che tanta parte ebbe nel tentativo di un rinnovamento della città che in un certo periodo sembrò persino possibile), è anche quello di promuovere un interesse finalizzato alla piena valorizzazione di questo importante patrimonio documentario relativo alla cultura del progetto e alla cultura artistica, ma anche alla cultura del produrre intesa sia come espressione di capacità e lungimiranza aziendale sia, non ultimo, come innegabile manifestazione di versatilità ed operosità della diversificata compagine della maestranza Ducrot formata da operai specializzati e non e da “capi d’arte”, in fin dei conti protagonisti da sempre dimenticati di quel profilo evoluto della Palermo che fu.

L’inaugurazione si terrà il 9 ottobre 2017, alle ore 17:00, al Cinema De Seta e la mostra sarà visitabile fino al 19 novembre da martedì a domenica dalle 9:30 alle 18:00.

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