Ciclo di incontri letterari a Villa Piccolo

Giuseppe Ruggeri Giuseppe Ruggeri
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Entra nel vivo l’estate di Villa Piccolo, a Capo d’Orlando, e lo fa nel solco della poesia e della grande letteratura. Nella seconda metà di agosto sono previsti diversi incontri pomeridiani, organizzati dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, che hanno per filo conduttore l’universo poetico e letterario, con volumi di altissimo valore culturale, alcuni dei quali richiamano le memorie piccoliane, con testimonianze su grandi del Secondo Dopoguerra, da Lucio Piccolo a Vincenzo Consolo, da Stefano D’Arrigo a Leonardo Sciascia. Altri appuntamenti vertono su volumi di narrativa, che hanno al centro, comunque, la Sicilia. Il tutto, contrassegnato da presentazioni di libri e incontri con diversi scrittori. Protagonisti,  Sergio Palumbo, Vanni Ronsisvalle, Giuseppe Ruggeri.
Tutti gli incontri saranno a Villa Piccolo (Strada statale 113, km. 109) e ad ingresso libero.
Ecco gli appuntamenti nel dettaglio: 
Martedì 23 agosto alle 18,30, è la volta di due libri: “D’Arrigo, Guttuso e i miti dello stretto” e “Tre sogni, tre racconti” del giornalista, critico letterario e documentarista Sergio Palumbo (Edizioni Le Farfalle). Presenta Alberto Samonà. Sarà presente l’Autore. In conclusione proiezione di documenti video, con alcune preziose testimonianze su Stefano D’Arrigo e su Alessandro Tasca di Cutò Jr.

Sergio Palumbo

Sergio Palumbo


In “D’Arrigo, Guttuso e i miti dello stretto” viene svelato come “Horcynus Orca”, il romanzo di oltre mille pagine che Stefano D’Arrigo pubblicò nel 1975 dopo una gestazione durata più di vent’anni, nacque come primo abbozzo nel 1949 a Scilla, sullo Stretto di Messina, nell’ambito di un progetto ideato con Renato Guttuso tra pittura e scrittura. A rivelarlo è stato per la prima volta il giornalista e critico letterario Sergio Palumbo in un convegno svoltosi all’Università di Messina per iniziativa dello stesso ateneo e della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali per celebrare i quarant’anni dell’uscita del libro. L’opera edita da Mondadori fece di Stefano D’Arrigo uno dei più controversi casi letterari del secondo Novecento. Sulla base di ricerche condotte da Palumbo su testi di Guttuso e D’Arrigo risalenti appunto al 1949, emerge il comune impegno dei due artisti in chiave neorealista di rivisitare miti classici, leggende e racconti popolari legati al microcosmo dello Stretto. Secondo un’impronta “vittoriniana” di ricostruzione materiale e morale dell’Italia dell’immediato dopoguerra, al centro del progetto erano l’uomo e il riscatto degli umili lavoratori, nuovi eroi del tempo moderno. Realtà e leggenda, sogno e fiaba si mescolano in “Tre sogni, tre racconti” in cui emergono l’accuratezza per una Sicilia mitizzata e il gusto per una narrazione nitida. Si intraprende un viaggio iniziatico che svela uno stupefacente mondo altro, parallelo, immaginifico, partendo da personaggi, oggetti e luoghi sensibili. Appare così ne “Il segreto del raggio verde”, come in una visione onirica, la stralunata figura del barone Casimiro Piccolo di Calanovella, cultore della metafisica e pittore di acquerelli “magici”. Le sue fate e i suoi gnomi si materializzano quando un eccezionale fenomeno naturale propizia l’incantesimo a Villa Piccolo, la solitaria magione orlandina in cui viveva l’aristocratico occultista. In forza di un contatto sciamanico tra il protagonista del racconto e una pianta cosmica, che è fonte di energia spirituale, in “Visione al castagno dei cento cavalli” rivive una singolare leggenda medievale. Il millenario, gigantesco albero detto “dei cento cavalli”, che si trova ancora alle falde dell’Etna, rivela in sogno il prodigioso incontro con una regina che sotto di esso, per via di un furioso temporale, aveva trovato riparo molti secoli prima.
Vanni Ronsisvalle

Vanni Ronsisvalle


Giovedì 25 agosto, allo stesso orario, protagonista sarà il volume “La luna, mamma Rai e il sorriso della Gioconda” di Vanni Ronsisvalle (Pungitopo Editrice). Introduce Giuseppe Benedetto, modera Alberto Samonà. Interventi di Piero Fagone, Giuseppe Sicari e Lucio Falcone. Sarà presente l’Autore. A conclusione, proiezioni da “Taccuini di Porto Brandao” e da “Sottovoce” di Gigi Marzullo. Ingresso libero.
Un uomo si aggira per l’Europa, la vecchia Europa delle cattedrali e degli Spiriti Eletti, vede cose ragguardevoli, incontra altri uomini e ne scrive. Si aggira per il mondo più vasto, di qua e di là degli oceani, dei grandi fiumi nelle città tra foreste di grattacieli, capolavori della modernità; vede luoghi e persone che valgono la pena di essere raccontati. Un cameraman (della RAI) filma ciò che lui guarda con interesse; un doppio sguardo convenzionale. In queste pagine scorrono l’una accanto all’altra avventurose storie di letteratura e anche tempestose storie d’arte. E la storia-storia con personaggi monumento. Una imperatrice spodestata dalla prima guerra mondiale (Zita d’Asburgo) e manigoldi salvati dalla ghigliottina all’ultimo momento; il deluso boia di Parigi, il grande poeta americano Ezra Pound e Helene Weigel la vedova di Brecht, Italo Calvino e la nipote di Pessoa, l’ultimo capo dei Sioux in Dakota, narratore di antichi massacri, il controllore del cartoteche ebraiche di Praga e il padre di Anna Frank; donne bellissime in carne ed ossa o donne dipinte come esposta al Louvre. Oppure donne-mostro benché bellissime. Come Himelda Marcos a Manila che mandò di notte le ruspe a spianare il Tondo, bidonville cresciuta accanto al cantiere di un Palazzo del Cinema che si sarebbe inaugurato all’indomani, intitolato al suo nome: strage di poveracci straziati nei loro ricoveri di cartone. Avide come la terza o quarta moglie di Picasso, astute come sua figlia Paloma; Peggy Guggenheim che amò Max Ernst ed altri due o tre artisti che collezionava; altre api regine simili alle terribili Brunilde e Fredegonda dell’Età dei Franchi; sesso e potere. Denaro, tanto. Storie di grandi artisti come Andy Warhol, Mirò e Bonnard o di scervellati che grandi non lo saranno mai. Storie nei grandi spazi dei quattro continenti o tra le quattro pareti di una camera d’albergo: Conrad all’Oriental di Bangkoch, Andrè Gide al Timeo di Taormina. Il Double bind, la teoria del doppio è l’architettura leggera ed avvolgente di questo libro, tratto dal filmico effimero e da ciò che comincia con l’angoscia della pagina bianca su cui scrivere cose imperiture. Linguaggio ellittico ed ironico, il filino di humor che non si trattiene nemmeno sulla porta di un dramma borghese: la vedova Picasso che si suicida quando il ministro Malraux le presenta l’importo della tassa di successione; Malraux ministro della cultura intenzionato in quei giorni a sbiancare il paesaggio di Parigi per lasciare il segno, lavare il grigio dei suoi palazzi.
Mercoledì 31 agosto sempre alle 18,30, si presenta il libro “Incontri in Sicilia” di Giuseppe Ruggeri. Introduce Alberto Samonà (autore della prefazione). Letture di passi del libro di Elena Grasso e Gianni Di Giacomo. Sarà presente l’Autore.
Incontri nel nome della grande letteratura e di una Sicilia colta, che ama se stessa non per autocelebrarsi ma per testimoniare la propria essenza. Questo è lo spirito che anima le pagine del libro di Giuseppe Ruggeri. E non poteva essere altrimenti, poiché nel testo c’è un respiro profondo, che è quello dei Gattopardi siciliani, figure archetipiche e senza tempo nonostante siano state spesso identificate con gli ultimi aristocratici dell’Isola. L’essenza dei Gattopardi è però, di fatto,una categoria della coscienza, molto simile a quella che Bent Parodi di Belsito chiamava, con una felice espressione, “aristocrazia dello spirito”. Ed è a questa categoria interiore che appartengono (anche se il termine appartenenza può risultare eccessivo) i personaggi con cui Ruggeri si confronta in questo viaggio attraverso i secoli. Alcuni intervistati direttamente, altri conosciuti grazie alla loro straordinaria vicenda culturale e a preziose testimonianze, come il genio assoluto di Lucio Piccolo.
 

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