“Nature, the art of Marzio Tamer”
Sarà il MUSE, Museo delle Scienze di Trento – il più recente e innovativo “tempio” dedicato alla biodiversità, alla storia della vita e del mondo naturale – a ospitare
dal 16 aprile al 25 settembre 2016 la monografica di Marzio Tamer: artista veneto di nascita (Schio 1964) e lombardo d’adozione, che in vent’anni di pittura si è conquistato un ruolo di primo piano nella scena contemporanea, appassionando collezionisti internazionali come Lord Jakob Rotschild e direttori di Musei come l’Art Museum di Denver che ha acquisito all’asta sue opere per la propria collezione.
Non poteva esserci del resto ambientazione più simbiotica per esporre il lavoro di Tamer, che della natura, del mondo animale e del paesaggio ha fatto il suo universo creativo: soggetti privilegiati d’ispirazione e indagine, per un’arte in cui sapienza tecnica e vena poetica si compenetrano in modo assolutamente personale.
Se Marzio Tamer, ormai considerato uno dei maggiori figurativi italiani, ha fatto del paziente lavoro preparatorio e della perizia certosina nell’uso delle tecniche pittoriche il suo codice esecutivo, è la percezione della vita che affiora dai suoi dipinti – nitidi, perfetti, assolutamente precisi nella resa di un animale o di un effetto di luce od ombra – a rendere le sue opere così profondamente emotive; è la condivisione di uno stato d’animo e di una condizione naturale che pervade l’ambiente, solo apparentemente statico e silente, a farci cogliere la profondità del suo sguardo.
“Nature, the art of Marzio Tamer”, la mostra al Muse di Trento curata da Stefano Zuffi e Lorenza Salamon e sostenuta da INAZ con la sua presidente Linda Gilli, racconta attraverso 40 sceltissime opere suddivise per temi – animali, paesaggi, sassi e nature morte – il percorso compiuto in questi anni dall’artista che, opera dopo opera, “ha dato vita a un vasto e coerente progetto” presentato ora in modo efficace, grazie alla nitida semplicità dell’allestimento studiato da Michele Piva e alla rigorosa selezione dei lavori compiuta da Zuffi: ognuno capace di dare voce a una fase, un tema, un nuovo indirizzo.
Tamer, che si forma come autodidatta, abbandona presto la pittura acrilica per dedicarsi alla tempera all’uovo, tecnica antichissima tornata attuale in quegli artisti come De Chirico e Balthus che amano tempi lunghi di riflessione e che hanno metodo e profonda conoscenza del mezzo. Egli se ne appropria con una maestria che lascia stupiti i cultori e fa dell’osservazione lenta della natura e della rielaborazione introspettiva di ogni singolo elemento della composizione – siano le piume di un uccello, le acque di un fiume o le sfumature di un masso – la componente fondamentale del suo fare arte.
Le opere della fine degli anni ’90 così come quelle più recenti – dal Culbianco del 1998 a Kamaleo del 2005, da Naturalia del 2008 a Vento d’Ostro del 2012 – mostrano questo processo, in cui la pennellata perfetta è il risultato della riflessione personale e intensa e il silenzio che emerge dalle opere, quasi tangibile, è dato da quell’atemporalità che è altra costante dei quadri dell’artista.
I soggetti animati o inanimati di Tamer – tanto realistici che sembra di poterli toccare – sono in realtà collocati in un universo tutto loro, senza riferimenti topografici o temporali. I suoi sono luoghi dove il tempo fisico si è fermato, per lasciare spazio all’emozione, ai sensi dell’osservatore.
Anche nell’acquarello, con il quale si confronta a partire dal 2001, e soprattutto nella tecnica dry brush che prevede l’uso di un pennello fine, carico di colore e quasi privo d’acqua – tipica degli esponenti della figurazione americana del ‘900 – Tamer mostra un’attitudine inconsueta e sorprendente, che gli consente di realizzare opere dal tratto fresco e immediato senza trascurare la poesia. Rio stagno (2010) con cui partecipa alla 54 Biennale d’Arte di Venezia, Aegylon e la Grande nube del 2013 così come il notevole White Rhino del 2014, testimoniano diverse visioni di una natura che non è semplicemente fissata sulla tela con indubbio virtuosismo ma sa provocare “sollecitazioni sensoriali”, “coinvolgimento epidermico”.
“Con la sua pittura pacata, attenta, sensibile – nota Stefano Zuffi – Tamer mette lo spettatore al centro di un mondo naturale sincero e forte, osservato con totale rispetto. Un filo d’erba, un elefante, un sasso, un ramo scortecciato dal mare appartengono tutti a un sistema di cui anche l’uomo fa parte”.
Un uomo che non appare mai nei lavori di Marzio Tamer, neanche nelle ultimissime tele ad olio come quelle monumentali Lupa (cm 163 x 220) ed Elefante (cm 178 x 220) o nel più piccolo Martin pescatore, ma che diviene e si sente assolutamente protagonista dell’opera quando si confronta con essa.
“La pittura di Tamer è tutta un grande canto d’amore verso ogni aspetto del mondo. Che non ci “circonda”, ma anzi penetra dentro di noi, fino alle più delicate regioni del sentimento”.
La bellezza e la maestria delle pennellate di Marzio Tamer sono il contraltare pittorico (e la risposta di un talento sensibile) alla bellezza e alla perfezione strutturale che alberga nel corpo di tutti i viventi come effetto di un continuo processo evolutivo di adattamento e trasformazione: nella cornice del MUSE, che tra i suoi primari fini istituzionali ha l’incentivazione di una sempre maggior consapevolezza scientifica e naturalistica nella collettività, le opere di questo maestro di sensibilità al “bello di natura” diventano spettacolari opportunità per il visitatore di acquisire, tramite un’intensa fascinazione estetica, una profonda sensibilità e rispetto per il mondo vivente.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, il 15 aprile 2016 dalle ore 14.30, si terrà presso il MUSE il convegno “CULTURA, SVILUPPO TERRITORIALE, SPIRITO D’IMPRESA” organizzato da INAZ in collaborazione con ISVI. Al convegno parteciperanno: Michele Lanzinger, Paolo Collini, Giulio Bonazzi, Roberto De Martin, Marco Vitale, Vittorio Coda, Lorenza Salamon e Linda Gilli. Per informazioni relative al convegno: INAZ – Alessandra Gioini – gioinia@inaz.it
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Sede
MUSE, Museo delle Scienze
Corso del Lavoro e della Scienza, 3
38122 Trento
Date
Dal 16 aprile al 25 settembre 2016
Apertura
da martedì a venerdì 10.00 – 18.00
sabato e domenica 10.00 – 19.00
chiuso il lunedì
Informazioni e Prenotazioni
0461 270 311
prenotazioni@muse.it
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