Al museo di Cefalù abiti e gioielli dell’Ottocento. ” La moda al tempo del barone Mandralisca”
La moda al tempo del barone Mandralisca era più attenta alle esigenze di rappresentanza piuttosto che a quelle di praticità quotidiana. Fasti e splendori dell’Ottocento ritornano nei costumi e nei gioielli in mostra al museo Mandralisca di Cefalù. L’esposizione, che si inaugura il 3 dicembre alle ore 17, è curata da Giuseppe Miraudo, direttore del museo del costume e della moda siciliana di palazzo Cupane di Mirto (Messina) da cui provengono gli abiti in mostra.
L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto “Il barone Mandralisca di Cefalù, uomo del suo e del nostro tempo” direttamente promosso dalla Regione.
Verso la metà dell’Ottocento a Parigi ricomparve la crinolina “dal tessuto crine” e si sviluppò l’impiego dei cerchi di fil di ferro. Alla grande sottana corrispondevano anche il busto e un’ampia scollatura che scopriva la parte superiore del seno, le spalle, le braccia. Si privilegiavano stoffe costose per tutte le ore del giorno: seta, raso o un leggero filato di lana pettinata. Per i capi più eleganti venivano usate stoffe ancora più ricche: taffetà, reps, broccato, e soprattutto il moiré antique.
Un percorso affascinante, visitabile fino al 31 dicembre, offrirà uno spaccato della vita e delle relazioni sociali di quei tempi attraverso abiti maschili e femminili tra cui una preziosa livrea in velluto blu e tre eleganti abiti femminili in taffetà di seta nei colori corallo, verde oliva e celeste. Non mancano gli accessori e i gioielli tra cui una elegante parure in corallo di Sciacca (bracciale, spilla pendente e orecchini montati in oro con cammei neoclassici), un’altra in oro lavorato con cammei romantici raffiguranti colombe e rose. E poi ventagli, decorati con scene campestri o galanti, con amorini e musicisti.
” Il XIX secolo fu il tempo in cui la moda esaltò massimamente il ruolo sociale che le è insito. La borghesia dell’epoca sceglieva gli abiti adattandoli alle nuove esigenze di rappresentanza piuttosto che a quelle di praticità quotidiana. Gli abiti in mostra al Museo Mandralisca, esposti nell’ambito del progetto “Il barone Mandralisca di Cefalù, uomo del suo e del nostro tempo”, provenienti dal “Museo del costume e della moda siciliana” di Palazzo Cupane a Mirto, sono una dimostrazione di questo nuovo aspetto sociale. Verso la metà dell’800 Parigi lanciò una nuova moda basata sul fasto e sullo splendore. Ricomparve la crinolina “dal tessuto crine” adoperato per la fodera rigida, che richiedeva una enorme quantità di stoffa, specialmente quando vennero di moda i molteplici volant. Notevole era anche il consumo dei cerchi di fil di ferro. Alla grande sottana corrispondevano anche il busto e un’ampia scollatura che scopriva la parte superiore del seno, le spalle, le braccia. Si privilegiavano stoffe costose per tutte le ore del giorno: seta, raso o un leggero filato di lana pettinata. Per i capi più eleganti venivano usate stoffe ancora più ricche: taffetà, reps, broccato, e soprattutto il moiré antique. Gli abiti estivi erano realizzati in crespo, tulle e mussolina. Negli anni tra il 1850 e il 1870 si ebbe a Parigi un grandioso sfoggio di abiti; tale periodo fu denominato “l’epoca di Worth”. La moda del busto e della crinolina mostrava intanto i propri lati negativi, in quanto l’uso di stringere il busto comportò una maggiore incidenza di malattie respiratorie.
La moda maschile invece si tenne lontana da simili disagi; l’uomo non voleva saperne di un vestito che l’ostacolasse nel lavoro e nei movimenti. Infatti fu proprio in questo periodo che si diffuse una giacca sobria e funzionale, già molto simile a quella odierna; i pantaloni, il panciotto e il cilindro rimanevano una costante obbligatoria dell’abito maschile. In quel periodo incominciarono a portarsi anche un piccolo cappello basso e rigido, il soprabito, l’impermeabile a tre quarti, le scarpe con tacchi bassi e un leggero bastone.
Verso il 1860 dall’America venivano importati, per la prima volta, grandi quantità di capi confezionati; iniziava allora l’epoca della “serialità”, più economica e di maggiore diffusione popolare.
Gli abiti in mostra al Museo Mandralisca sono alcuni esempi significativi di questo periodo della storia; sono esposti, in particolare, un abito in taffetà rosso corallo con applicazioni in velluto nero a motivi floreali del 1860, di sartoria siciliana; un abito da passeggio del 1850 in taffetà con grande crinolina; un abito celeste del 1850 in seta; due mantelline o “visite” da sera; un abito maschile completo di pantalone, panciotto, cilindro e cappottina a tre quarti del 1860. Fanno da contorno alcuni accessori: due bellissimi ventagli con stecche in avorio e pagina dipinta con scene galanti; una parure di corallo di Sciacca del 1860 con cammei neoclassici; una parure in oro zecchino con stemma maltese, e una parure in oro e cammei romantici di pregevole fattura”. Arch. Giuseppe Miraudo, direttore del “Museo del costume e della moda siciliana” di Mirto .
Orari della mostra
Dal 3 al 31 dicembre 2015 martedì-domenica ore 9-19
Lunedì chiusura
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