Premio Nazionale Narrativa “Maria Teresa Di Lascia” 2015
Le tre opere finaliste del premio Nazionale Narrativa “Maria Teresa Di Lascia” 2015 sono:
SUL CORNO DEL RINOCERONTE di Francesca Bellino
IL BRACCIALETTO di Livia Levi
SETTE DI NOI di Margherita D’Amico
Il concorso letterario, rivolto alle autrici di romanzi e raccolte di racconti e giunto alla nona edizione, è organizzato dai Comuni di Rocchetta Sant’Antonio (FG) e Fiuminata (MC), due luoghi nei quali si svolge, ad anni alterni, la cerimonia di assegnazione del premio.
Quest’anno la cerimonia di premiazione avrà luogo il 12 settembre 2015 a Rocchetta Sant’Antonio (FG), città che ha dato i natali alla scrittrice Maria Teresa Di Lascia,Premio Strega 1995 con il romanzo Passaggio in ombra, Ed. Feltrinelli.
I premi: Duemilacinquecento euro per la prima classificata, millecinquecento per la seconda, mille per la terza.
Le opere finaliste, selezionate dalla giuria scientifica – composta dal prof. Alfredo Luzi – Presidente – docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Macerata – Carla Carotenuto – docente di letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Macerata, Emma Giammattei – Preside della Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Raffaele Nigro scrittore e storico – si contenderanno l’assegnazione del Premio durante lo spoglio in diretta dei voti che esprimerà la Giuria Popolare, composta da 35 lettori di Rocchetta Sant’Antonio e altrettanti di Fiuminata (MC).
Queste le Comunità in cui ha avuto origine e si è svolta la breve storia umana di Maria Teresa Di Lascia : radicale convinta, attivista contro la pena di morte, fondatrice dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, deputata parlamentare, giornalista, protagonista di molte azioni in difesa dei diritti umani e dell’ambiente. Scrittrice sensibile e raffinata.
Sul corno del rinoceronte, di Francesca Bellino
Meriem è morta. Mary è atterrata a Tunisi per partecipare al funerale. E’ sconvolta e disorientata, ma sa che per raggiungere Kiarouan, la città natale dell’amica, deve prendere un taxi. Così, sale sul primo che trova. Il tassista Hedi diventa per lei una sorta di Virgilio: con lui Mary attraversa un paese in equilibrio precario tra festa e rivoluzione, speranze e proteste, nel pieno degli sconvolgimenti politici successivi alla liberazione dalla dittatura. Durante il viaggio, irrompono nel presente i ricordi di Mary, momenti della vita a Roma con Meriem e della vacanza a Kairouan dove si è innamorata di Faruk…
Rivelandosi gradualmente a se stessa, Mary prenderà coscienza dei propri limiti e attuerà la sua personale rivoluzione.
Con questa road novel dal finale a sorpresa, l’autrice racconta l’amicizia fra due donne che cercano e trovano, ognuna a suo modo, la propria identità e la propria affettività, facendo emergere aspetti insoliti di due culture diverse.
Il braccialetto di Lia Levi
Un ragazzo ebreo e uno non ebreo aspirano segretamente a scambiarsi i ruoli.
Corrado, quindicenne, ha partecipato all’abbattimento dei busti di Mussolini e dei fasci littori la notte del venticinque luglio. E’ ebreo e si aspetta che il nuovo governo abolisca le leggi razziali. E’ sicuro che il prossimo anno scolastico potrà frequentare in mezzo agli altri il mitico liceo Visconti, ma i giorni passano senza che nulla cambi, anzi…
Leandro abita in una grande e vecchia casa piena di ombre e misteri con una anziana parente russa e, fin dal primo momento in cui ha incontrato Corrado in un cinema, cerca spasmodicamente di fare amicizia con lui.
Per Corrado il braccialetto a cerchi d’oro di sua madre è il simbolo di un passato benessere sociale, di un tempo in cui vedeva la madre giovane, vitale e combattiva.
Man mano che le “Leggi” prendono piede i genitori gli appaiono invece sempre più spenti, rinchiusi in un mondo di pensieri piccoli e meschini, e comincia a sentire nei loro confronti un crescente disprezzo.
Nel momento in cui le famiglie ebree raccolgono l’oro a causa del ricatto tedesco, Corrado apprende che il braccialetto non c’è più. I suoi l’hanno venduto senza neanche dirglielo. Ma la verità non è quello che sembra.
L’amicizia può salvare dall’orrore? In una Roma occupata dai nazisti, l’incontro magnetico tra due lupi solitari, due adolescenti in cerca di se stessi.
Dalla caduta del fascismo alla razzia degli ebrei romani, una fiaba nera sull’amicizia e l’identità.
Sette di noi di Margherita D’Amico
Sette racconti, sette storie autonome una dall’altra popolate da personaggi diversi per età, contesto sociale, motivazioni: fra loro una bambina prodigio costretta a nascondersi, un fabbro che di malavoglia si avventura alla riscossione di un credito, un ricco finanziere prigioniero del ricordo della prima moglie, un giovane bullo di periferia alle prese con una sfida inaspettata quanto definitiva.
Niente li accomuna, all’apparenza.
Ma il destino di ciascuno di loro è sottilmente legato a un elemento di vita altra, si nasconda esso in un giardino o dietro i passi di un cavallo, finanche in un’idea capace di deviare a sorpresa il corso degli avvenimenti, avviando il lettore a una differente, più profonda percezione del misterioso “noi” cui allude il titolo.
“Amando qualcuno, una sorella, un figlio, un’amica, un compagno, un gatto, un albero, su questi depositiamo spontaneamente, irrimediabilmente e a fondo perduto una parte di noi, che così lasciamo andare per sempre”.
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