Il restauro di San Giacomo dei Militari
Riprendono a Palazzo Ajutamicristo gli incontri del ciclo: “Cantiere aperto”.
Martedì 29 settembre 2015, alle ore 17,00, il nuovo incontro dal titolo: Il restauro di San Giacomo dei Militari, chiesa, oggi non più adibita al culto, ma destinata dopo i restauri, a sala conferenze e spazio espositivo. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare il libro: “Il restauro della Chiesa di San Giacomo dei Militari a Palermo” che racconta appunto, come uno straordinario lavoro di èquipe composta da archeologhi, architetti, restauratori e storici dell’arte della Soprintendenza, abbia consentito la restituzione al pubblico di un bene che conserva in sé memorie e stratificazioni.
Interverranno: l’arch.Lina Bellanca dirigente della Sezione per i Beni architettonici della Soprintendenza, progettista e direttore dei lavori che illustrerà i restauri condotti dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, che in un lungo arco di tempo dal 2003 al 2012, hanno consentito di restaurare completamente la Chiesa, inglobata nell’antico quartiere di San Giacomo dei Militari, oggi sede della Legione Carabinieri Sicilia, e di riportare alla luce opere pittoriche ritenute ormai perdute; la dott.ssa Elvira D’Amico dirigente dell’unità operativa 8 – Demanio culturale che passerà infatti, in rassegna le varie fasi costruttive della chiesa in relazione all’apposizione delle opere d’arte figurativa: dal soffitto ligneo tardo quattrocentesco alle tavole rinascimentali dei SS.Crispino e Crispiniano, dalla tavola manieristica della Madonna del Rosario alla tela seicentesca dei SS.Cosma e Damiano, per poi concentrarsi sulla edificazione della cappella di S.Giovanni Nepomuceno, commissionata sotto la monarchia asburgica, e oggi recuperata, di cui si è ricostituito idealmente l’arredo: dall’altare tardo barocco, oggi sito in una chiesa di Bagheria, agli affreschi sette e ottocenteschi, riemersi dall’intonaco, questi ultimi voluti dalla regina Maria Carolina. Chiuderà l’incontro la dott.ssa Maria Elena Volpes, Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo. L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Palermo.
Cantiere aperto. La Soprintendenza di Palermo e il suo lavoro nel territorio. Incontri a Palazzo Ajutamicristo propone un fitto calendario di appuntamenti con il quale la Soprintendenza presenterà alla cittadinanza e agli studiosi i dati più recenti sulla propria attività e sulle nuove acquisizioni relativamente al patrimonio culturale.
La ricchezza e la diversità culturale del territorio, la molteplicità delle testimonianze artistiche, la varietà delle emergenze e dei progetti, la valorizzazione delle realtà trascurate, le più recenti “notizie degli scavi”: un aggiornato resoconto a molte voci, offerto dagli interventi dei tecnici della Soprintendenza, che apre alla riflessione e al dibattito con la città.
SCHEDE INFORMATIVE
San Giacomo dei Militari. La Storia e il Restauro
La Chiesa di San Giacomo dei Militari ha una storia che risale alla fine del XV secolo; oggi, non più adibita al culto, ricade all’interno della zona militare della Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, sede della Legione dei Carabinieri. L’impianto della chiesa è a tre navate, divise da colonne, ed aveva copertura lignea con travi decorate a vista; edificata per volere del Senato Palermitano, fu ultimata nel 1493 e intitolata alla Vergine Maria e a San Sebastiano. Nel 1505 fu concessa in uso alla Confraternita dei Calzolai che, all’interno, vi dedicarono una cappella ai loro santi protettori Crispino e Crispiniano.
Nel 1620, con la creazione della cinta muraria del quartiere militare degli Spagnoli, al cui interno venne a trovarsi la Chiesa, la Confraternita, avendo ottenuto in uso la chiesa di S. Leonardo, la cedette all’Ospedale Militare, e così essa divenne la parrocchia del quartiere di San Giacomo dei Militari.
All’inizio del XIX secolo furono introdotte notevoli modifiche alla costruzione, ad opera di Salvatore Maria Marvuglia, fratello del più celebre Venanzio. Gli interventi avevano comportato un rialzo del livello di pavimentazione e la realizzazione di una volta d’incannucciato, a botte lunettata che, occultando la visibilità del tetto in legno, richiese la chiusura delle originarie monofore e l’apertura di nuove finestre in corrispondenza delle lunette; volta e tetto della navata centrale e del transetto, che, eliminati durate i lavori di restauro degli anni settanta del XX secolo, furono sostituiti da una incongrua copertura piana con solaio laterocementizio.
Il prospetto principale è stato modificato in epoche diverse, come si è potuto rilevare da foto storiche dell’inizio del ‘900, quando questa parte della Caserma era sede di un battaglione dei Bersaglieri. Nonostante le pesanti manomissioni, l’edificio conserva ancora tracce rilevanti delle originarie caratteristiche costruttive e di elementi decorativi, che gli interventi condotti dalla Soprintendenza hanno tentato di mettere in rilievo e salvaguardare.
Un primo intervento di restauro, poco dopo il sisma del 6 settembre 2002, ha permesso con la collaborazione del Servizio per i Beni Archeologici, che ha svolto le indagini del sottosuolo, di fermare il degrado dell’edificio, riparando le coperture e ripristinando il pavimento; avviando un percorso di riqualificazione della fabbrica, nel corso della quale sono state riportate in luce le parti originarie ancora presenti nella zona presbiteriale. Il secondo intervento ha consentito di rileggere la spazialità originaria della navata centrale, realizzando il tetto in legno e riaprendo le otto monofore originarie. L’ultimo intervento del 2012, ha completato il recupero del complesso monumentale con la riscoperta della Cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno.
Il restauro ha permesso di rileggere nel suo complesso il monumento, che nonostante le numerose trasformazioni ha conservato tracce significative della sua storia, restituendo alla collettività la Chiesa nella sua configurazione originaria della fine del XV seccolo.
Lina Bellanca
Il Quartiere Militare di San Giacomo
La chiesa di San Giacomo dei Militari, nell’omonimo quartiere, sorge nel cuore della città antica, nella parte più elevata del promontorio compreso tra i fiumi Kemonia e Papireto oggi interrati.
Sede dell’insediamento urbano fin dall’epoca della fondazione fenicio-punica della città (VIII – VII sec. a.C.) e ininterrottamente abitata fino ad oggi, quest’area (l’antica Paleapoli, Galka in età medievale) è di eccezionale interesse per la storia archeologica di Palermo.
L’impianto urbanistico regolare della città antica risale almeno al IV sec. a.C. e ricalca grosso modo l’attuale viabilità, incentrata sull’asse di Corso Vittorio Emanuele; all’interno di questo schema urbanistico si inseriscono gli assi stradali e i lussuosi edifici decorati da mosaici di Villa Bonanno, piazza Settangeli, palazzo Sclafani, così come le abitazioni e le strade individuate, tra il 1999 e il 2000, negli scavi del Palazzo Arcivescovile, della Facoltà Teologica e in piazza della Vittoria.
Le mura di fortificazione di questa parte della città sono ancora visibili all’interno del Palazzo del Parlamento nelle sale del Duca di Montalto e si intuiscono ai margini dell’area occupata dal quartiere militare. Al di sotto degli edifici dove sono stati eseguiti scavi archeologici da parte della Soprintendenza (Chiesa di S. Giacomo dei Militari, Chiesa di S. Paolo Apostolo, ex Palazzo dei Ministeri) sono venute alla luce strutture databili dall’età ellenistica all’età medievale. È noto come, all’interno del quartiere di S. Giacomo, in età normanna passasse la Via Coperta, che collegava il Palazzo dei Normanni alla vecchia sede del Palazzo Arcivescovile sita presso la Loggia dell’Incoronazione. Nella pianta di Vincenzo Di Giovanni (1890) viene ipotizzata l’organizzazione topografica di questa parte della città in età medievale.
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