BIKE E VACANZA ATTIVA NELLE ALPI, DOLOMITI SUPERSUMMER MODELLO VINCENTE
A pochi giorni dalla presentazione della nuova normativa che la Provincia autonoma di Trento ha adottato per regolamentare la pratica della mountain bike, proprio il Trentino accoglie un importante convegno dedicato alle potenzialità del turismo su due ruote all’interno dell’area alpina. Dal 6 all’8 settembre, il Teatro Navalge a Moena in Val di Fassa, ospita i lavori del quinto Forum “theAlps”, promosso dall’Associazione AlpNet, rete transfrontaliera che riunisce alcune tra le principali e più importanti destinazioni turistiche dell’arco alpino: BE!Tourism (CH), Graubünden Ferien (CH), Luzern Tourism (CH), Rhône-Alpes Tourisme (F), Alto Adige Marketing (ITA), Tirol Werbung (A), Trentino Marketing (ITA) e Valais/Wallis Promotion (CH).
L’evento, che ha per protagonisti soprattutto tour operator, agenzie di incoming, destinazioni e operatori turistici, ma anche esperti del settore e stampa specializzata per un totale di circa 300 partecipanti, è dedicato proprio alle opportunità di turismo in area alpina legate alla bicicletta all’interno di una proposta di vacanza attiva.
La Val di Fassa, sede di questo forum, è una delle 12 valli dolomitiche che aderisce al Consorzio Dolomiti Superski che quattro anni fa ha lanciato l’innovativo progetto “Dolomiti Supersummer”. Un centinaio di impianti aperti, accessibili con una unica card da giugno a novembre, aprono le porte a un modo nuovo di vivere e di emozionarsi tra le montagne dichiarate Patrimonio Mondiale dall’UNESCO, grazie a un programma di proposte e iniziative capaci di intercettare ogni target turistico, dagli sport di tendenza come climbing, hiking e naturalmente bike, al wellness alpino, alle famiglie, alle proposte gourmet.
Un successo che si è consolidato in questi quattro anni e che accredita il Dolomiti Superski tra gli attori più attendibili per la pianificazione e l’analisi dei trend legati al turismo alpino come spiega in questa intervista Andy Varallo, vice presidente di Dolomiti Superski.
Che tipo di riflessioni suscita l’enorme crescita e la differenziazione di prodotti e target sulla montagna d’estate?
Questa varietà include attività molto facili, adatte quindi a un vasto pubblico e che assumono un significato di avvicinamento al mondo della montagna, arrivando poi a discipline più impegnative e
adrenaliniche come l’escursionismo in quota, il running, il biking, per citare le più note.
Che tipo di strategia organizzativa è stata necessaria adottare per amalgamarle in un’offerta unica, riconoscibile e valida sull’intero territorio?
Alla base di tutto rendere facile l’accesso alla montagna al maggior numero di persone. La possibilità di offrire un’unica tessera per accedere a ca. cento impianti di risalita aperti in estate permette di superare una buona parte del dislivello, spesso direttamente dai paesi e così si rende accessibile la montagna a tutti. Se volessimo coniare uno slogan sarebbe “Dolomiti Supersummer la montagna a portata di tutti”.
L’idea è stata di unire le singole attrazioni già esistenti e quelle nate in seguito creando un’unica e forte offerta turistica estiva nelle Dolomiti, bella, molto variegata e attraente.
All’interno del progetto DSS il ruolo rilevante lo giocano gli impianti nel rendere accessibile tutte le attività disponibili
Certamente, perché noi vogliamo proprio promuovere le attività in quota e questo dovrebbe stimolare la fantasia e la creatività dei singoli gestori a organizzare queste attività e anche a crearne di nuove, naturalmente legate alla natura, al territorio al contesto montano. Tutto questo stimola lo sviluppo del turismo, proprio perché le emozioni si vivono in quota, non in paese.
Quali sono state le linee adottate e quali gli elementi di novità nella vostra comunicazione per far conoscere al turista la totalità delle iniziative e delle proposte legate a queste opportunità?
Abbiamo coniato da subito uno slogan: Emotion Lives Up! L’emozione vive in quota. E in questo slogan ogni valle, ogni impianto si è identificato perfettamente. Un invito a salire perché le emozioni sono lassù, in alto, dove le montagne sono più vicine e i panorami più attraenti.
Come si quantificano gli effetti di questa crescita del turismo in montagna, sia nei numeri sia nei diversi target?
Il progetto è rivolto principalmente a un target giovanile, tra i 20 e i 40 anni già affine allo sport, ma lo scopo è anche di avvicinare una clientela nuova, per portarli in montagna. In termini quantitativi le ultime due stagioni hanno fatto registrare crescite fino al 30% tra le persone che utilizzano gli impianti in estate. Il progetto dunque va bene e gli impianti ora vengono maggiormente utilizzati proprio da chi cerca queste attività in quota.
In una prospettiva futura che significato attribuite alla crescita nei due bacini più promettenti: i giovani e le famiglie con bambini piccoli?
Sicuramente ci ha aiutato un interesse più generale verso l’outdoor. Oggi la gente ricerca più contatto con la natura, ricerca benessere attraverso gli sport, e tra le tendenza in crescita vi è proprio bici. Per gli impiantisti il biker è particolarmente interessante: si muove facilmente e riesce a fare più corse di altri. Ma questo è solo uno dei target che andiamo a cercare. L’escursionista tradizionale costituisce l’asset principale, ma se l’obiettivo è una crescita ulteriore si deve andare sui segmenti di domanda nuovi, attrezzandosi, seguendo le nuove specializzazioni.
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