Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo si trova a Dubai

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Visita mozzafiato al grattacielo più alto del mondo. Si chiama Burj Khalifa (la Torre del Califfo) e si trova a Dubai, negli Emirati Arabi. Con i suoi 828,9 metri è stato un progetto ciclopico da record, concluso tra mille difficoltà nel 2009 grazie ai finanziamenti dello sceicco di Abu Dhabi (che venne in soccorso del suo “collega” di Dubai allo scoppio della crisi economica). E’ stato aperto al pubblico, dopo una serie di verifiche sulla sicurezza, solo a gennaio del 2010. All’interno l’Hotel Armani occupa il 37º piano, i piani dal 45º al 108º ospitano 700 appartamenti privati di superlusso. Ma il clou per i visitatori è al 124° piano: un centro di osservazione chiamato “At the top”.

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Prima di accedere agli ascensori, il percorso di avvicinamento inizia al piano terra: un cammino arricchito da vari pannelli, illustrazioni e animazioni che illustrano la storia dell’edificio, la cui costruzione era iniziata nel 2004. Dentro gli ascensori la prima fortissima emozione: si viene praticamente “sparati” in alto alla velocità che raggiunge i 64 km orari (anche questo è un record). Eppure è molto limitato il fastidio alle orecchie grazie a dei meccanismi tecnologici che attutiscono l’effetto sui timpani. Un display conta vertiginosamente il numero dei piani fino all’arrivo.

La piattaforma di osservazione al 124° piano è circolare, interamente a vetri e divisa in due: metà è addirittura all’aperto e dà la sensazione da brivido di essere su un satellite in orbita, …da non consigliare a chi soffre di vertigini, nelle giornate di vento o quando c’è una tempesta di sabbia!

L’altra metà della piattaforma è invece coperta da un rassicurante soffitto anche se l’impatto è ugualmente mozzafiato. Avvicinarsi alla vetrata equivale a sentirsi lo stomaco in gola…Come vedete dalle foto, tutto il resto giù a terra sembra uscito da un plastico pieno di modellini.

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A disposizione dei turisti anche dei telescopi che consentono di vedere quella prospettiva di Dubai com’è nella realtà o com’era nel passato (in sostanza il filmato inquadra il deserto che c’era prima della costruzione). Non mancano i negozi per lo shopping e ogni tipo di souvenir.
E’ consigliabile acquistare i biglietti per l’ingresso direttamente sul sito del grattacielo. Occorre però indicare giorno e orario esatto della visita: gli ingressi sono infatti scaglionati ad ogni mezz’ora (ci sono due ascensori da 14 posti l’uno). Da evitare i momenti in cui arrivano i pullman delle escursioni organizzate, visto che si formano lunghe code. In realtà pure chi non ha fatto i biglietti su internet può comunque entrare anche in extremis e a posti normali esauriti: alla biglietteria ci sono infatti gli “ingressi immediati”, con un prezzo adeguato ma che permette di tagliare la coda sia in salita che in discesa.

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Dopo la visita “At the top” si può scendere nel Dubai Mall che occupa i primi tre piani del grattacielo: 1200 negozi e l’immancabile record di “mall più grande del mondo”. All’interno un gigantesco acquario che si attraversa con un tunnel ,

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una magnifica fontana alta pure tre piani con statue sospese di tuffatori,

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una pista di pattinaggio e quanto l’uomo ha potuto immaginare per creare il regno dello shopping….

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All’esterno del piano terra fontane da record capaci di giochi d’acqua (il getto arriva a 150 metri) e di luci indimenticabili, soprattutto al tramonto.

 

Passato lo spettacolo, c’è da chiedersi il perché di una simile opera costruttiva. Qual è l’obiettivo degli sceicchi di Dubai? Proporsi al mondo come i protagonisti di una grande impresa epica, uscire dalle oscurità del Medio Oriente e rivaleggiare con gli Stati Uniti quanto a capolavori dell’ingegneria e dell’architettura. Un sogno di magnificenza, un revanchismo e un lusso a volte sfrenato, una vetta di tecnologia che in lontananza nasconde un incubo, cioè la prossima fine del petrolio. Già oggi i ricavi dall’estrazione di questo tesoro dalle viscere della terra coprono solo il 6 per cento del pil di Dubai. L’imperativo degli ultimi anni è stato proprio questo: differenziare le entrate economiche, irrobustire il turismo e il commercio, in due parole portare nell’Emirato qualunque uomo occidentale od orientale che volesse sbalordirsi a colpi di “wow”. E soprattutto spendere.
A Dubai, in cima al grattacielo più alto del mondo si vede che, appena dietro, c’è il deserto o il nulla. Un grande residence con centinaia di ville, a forma di palma, creato dove c’era solo il mare. Una medina artificiale ideata per essere l’habitat perfetto dei turisti. Davanti a questi record, la sensazione più sconcertante che può prendervi durante un soggiorno da quelle parti è di essere in una realtà virtuale. Di vivere non in un mondo concreto ma in una finzione creata a scopi commerciali. Un’illusione di autopropaganda. Un parco a tema come quelli dei divertimenti.
Dubai, mito o realtà? La domanda vi rimarrà irrisolta nella mente dopo un soggiorno frizzante e appagante, presi dalla frenesia della vita notturna, tra le luci multicolori, il bagliore dei gioielli nel Souk dell’oro. E probabilmente è lo stesso per i residenti. Dubai è una domanda irrisolta, una città che ha già creato la leggenda di se stessa, una Babilonia dei tempi moderni, stretta tra l’illusione della conquista del mondo e la forza del deserto che cerca di risucchiarla.

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